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Quartieri di Praga: Břevnov e il monastero più antico della Repubblica Ceca

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Per introdurre una delle zone più belle e meno conosciute della capitale cedo la parola ad una penna decisamente migliore della mia, quella di Jaroslav Seifert.

Un po’ perché si tratta dell’unico ceco premio Nobel per la letteratura, un po’ perché in queste poche righe tratte dalla sua autobiografiaTutte le bellezze del mondo, (pubblicata in italiano dalla Editori Riuniti nell’anno di Ritorno al futuro, che ci crediate o meno), c’è praticamente tutto.

“Břevnov lo conosco dalla mia più tenera infanzia. Lo attraversavo andando da Pohořelec al convento, da lì proseguivo lungo il viale Zeyer fino a villa Hvězda. Cercavo viole e mughetto. Il mughetto però non ci cresce più. Durante il ritorno poi non dimenticavo mai di fermarmi all’osteria Na Marjánce. Vicino all’ingresso di questa gloriosissima balera c’era un primitivo ed impressionante dipinto che raffigurava la battaglia della Montagna Bianca. Le sere di ballo in Na Marjánce erano famose.”


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Anche io ho comunque un forte legame con Břevnov dato che vi ho trascorso la maggior parte della mia esistenza di studente e di transfuga, quindi lo conosco piuttosto bene, e posso dire che un po’ di cose sono cambiate. Anzitutto il viale Zeyer, attorno al quale si sviluppa il quartiere, oggi si chiama Bělohorská ed è una delle vie più lunghe di Praga. Porta a Bíla Hora, ovvero la Montagna Bianca di cui sopra (della battaglia però, come di Villa Hvězda parlerò un altra volta).

Su Bělohorská potete arrivare facilmente, dato che vi transitano 2 linee di tram, il 22 e 25. Arrivati a Malovanka, scendete pure in una fermata a caso, fino ai rispettivi capolinea sarete in questa strada. In via Bělohorská trovate di tutto. Una dozzina di ristoranti, almeno 15 studi di parrucchieri in cui farvi tagliare i capelli per 120 corone (se sapete il ceco, se scegliete bene potete parlare anche inglese), 3 macellai, e un pescivendolo. Na Marjánce c’è ancora, per quanto credo abbia perso parecchio smalto, e sta tentando un difficile rilancio dopo la ristrutturazione del 2007.

Anche il monastero c’è ancora, anzi, si tratta del monastero più antico della Repubblica ceca. Fu costruito nell’893, sebbene quello che vedete oggi è una ristrutturazione barocca. Nel cortile oltre tutto troverete il Břevnovský šenk, ovvero una delle migliori osterie di Praga, in cui troverete cucina ceca di altissimo livello nel rispetto della tradizione (altro che U Fleků). Fortissimamente consigliata.

Dietro al monastero troverete una viuzzola gotica che costeggia un cimitero e conduce ai dormitori di Hvězda e Větrník nei quali io ho speso la maggior parte del mio tempo e delle mie borse di studio nel 2009 e nel 2011. Dall’altra parte del monastero invece troverete un parco in cui i miei amici cercavano di studiare Holan e Lustig mentre io raccoglievo ciliegie perché “se ‘sti frati han fatto voto di povertà, è giusto prenderle“.

Non tutto è rimasto come ai tempi del Seifert bambino e anzi, il regime comunista ha portato alcune novità quando ha eletto Břevnov a quartiere residenziale degli ambasciatori, assieme a quello di Střešovice. Se a Střešovice le ambasciate ci sono ancora però, quelle di Břevnov sono state trasferite a Malá Strana. Sono rimaste tante belle villette, uno sfarzoso hotel  costruito secondo canoni socialisti, il Pyramida.

Oltre alla Bělohorská è stata costruita un’altra arteria stradale (e per fortuna viene da dire, perché da qui si deve passare se venite da Plzeň o da Karlový Vary). Qusta strada, la Patočkova, è dedicata al filosofo Jan Patočka e si congiunge alla Bělohorská vicino ad un altro locale storico di questo quartiere, ovvero l’atelier Kaštan, che organizza concerti alternativi e corsi di pittura, che io stesso ho frequentato.

Non bastasse, a Břevnov c’è anche uno dei parchi più grandi di Praga, che porta il curioso nome (per noi italiani) di Ladronka, luogo ideale per il pattinaggio e teatro del festival omonimo.

Insomma, se siete Turisti a Praga, cercate di farvi un pranzo al convento di questo quartiere. Se avete scelto l’opzione One Way, a Břevnov andateci spesso.

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Tiziano Marasco
Tiziano Marascohttps://www.tizianomarasco.com
Il Vojvoda | Friulano di nascita, parla 9 lingue e scrive in 4 alfabeti. Ha studiato metallistica all'università di Hedlund e seguito le lezioni del professor Krull. Alimenta la fiamma di Trockij, si è stabilito a Praga nel 2011. All'epoca stava fuggedo dalla Russia, dove aveva tentato di sabotare la rielezione di Putin. Riparato a Vienna ha provato a convincere gli austriaci a riprendere le loro terre, stabilendo però il parlamento al Karlmarxhof. Fallito anche questo tentativo, si è stabilito a Praga dove lo aveva invitato il suo amico Egon Bondy. Potete trovarlo a Žižkov travestito da Major Zeman. Per italia praga one way fa il favellatore di lingua ceca e riceve mezzo chilo di halušky al mese (con la bryndza e la slanina, mica quelli coi crauti).
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