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Altra Praga: il Viadotto Negrelli, una perla dell’Ottocento

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Il viadotto Negrelli (Negrelliho Viadukt) è il secondo ponte più antico di Praga ed era fondamentale nel collegamento ferroviario fra la capitale ceca e la Germania.

La costruzione del viadotto Negrelli iniziò nel 1846 e durò quattro anni. Il primo ad essere incaricato per la sua progettazione fu Jan Pernier, che godeva di una certa notorietà nel territorio ceco per aver realizzato la linea ferroviaria che collega Praga e Olomouc. Ma nel 1985 Pernier morì in un incidente e allora si decise di affidare l’importante progetto all’architetto di origine trentina Alois Negrelli (il quale successivamente entrerà nella storia per aver progettato il canale di Suez).

Quello di Negrelli fu un lavoro d’ingegneria impressionante dato che per la prima volta si utilizzarono dei macchinari a vapore durante la costruzione.

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Per quanto riguarda i materiali si usarono delle pietre. Una scelta notevole se si considera che ai tempi, per la maggior parte dei ponti di questo tipo, si impiegava il legno.

Il 1° giugno del 1950 ci fu la cerimonia d’inaugurazione: il viadotto era finalmente stato messo in funzione e guadagnò il titolo di ponte più lungo d’Europa. Con i suoi 87 archi che si estendono per 1.100 metri, questo record rimase imbattuto fino al 1910.

Nonostante i numerosi elogi, fu anche oggetto di alcune critiche: si temeva che diventasse un ostacolo per lo sviluppo della città, in particolare per quanto riguardava la costruzione di nuovi edifici.

Contrariamente a queste preoccupazioni, la struttura finì per diventare un simbolo d’innovazione a tutti gli effetti. Non era all’avanguardia solamente dal punto di vista ingegneristico, ma anche economico e sociale.

All’inizio del XX secolo, gli archi del ponte iniziarono ad essere utilizzarli per vari scopi. Ad esempio, la società Velox aveva deciso di usarli per ospitare le officine del suo Grand Garage, il più esclusivo di tutta l’Austria-Ungheria. Al suo interno si potevano parcheggiare fino a 50 automobili e 100 motocicli.

Dopo la ristrutturazione

Nel 2017 si è dato inizio ai lavori di ricostruzione, terminati il 29 maggio 2020. Le operazioni di restauro si sono concentrate proprio sullo spazio sotto le arcate del viadotto, in modo da poter ospitare negozi, boutique, uffici e altre attività.

Si sono apportate delle modifiche anche alla struttura ferroviaria, consentendo di passare da una velocità di 40km/h a 60km/h. Inoltre sono state implementate delle misure anti-rumore e anti-vibrazione.

Il ponte oggi non è più parte della tratta Praga-Dresda, ma solo della più prosaica Praga-Kladno (quindi difficilmente uno straniero ci passa sopra). Questo perché il centro nevralgico ferroviario della capitale è stato trasferito da Masarykovo (da cui il ponte parte) a Hlavní Nádraží). Il viadukt potrebbe però recuperare parte della sua importanza se la Praga-Kladno fosse deviata per creare il collegamento ferroviario tra il centro della capitale e l’aeroporto.

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Emanuela Figliuolo
Emanuela Figliuolo
La Ba(o)rbona - Originaria dei monti sicani, alterna la vita nell'isola natìa con lunghi soggiorni nella Mitteleuropa. La sua natura filo-gitana e la scarsità di risorse la portano a non avere fissa dimora e a familiarizzare con tutti i divani, materassini gonfiabili e brandine del vecchio continente. In realtà è una spia segreta, ma neanche lei si ricorda per quale governo. In ogni caso, se le offrite una pacca sulla spalla e un carboidrato a vostra scelta riuscirete a portarla dalla vostra parte. Quando le chiedono cosa l'abbia portata in Boemia risponde sempre "Flixbus" e non capisce perché questa risposta non sia soddisfacente. Per Italia Praga One Way fa quello che gli altri non hanno mai avuto il coraggio di fare: accollarsi il lavoro arretrato e defenestrare dalla Žižkov Tower tutti coloro osano definirla un brutto edificio.
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