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Ceco in pillole #8: i tempi verbali, ogni tanto una cosa facile

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Quando un ceco vi dice che l’italiano è una lingua facile, per fargli cambiare idea potete dirgli che ha 13 tempi verbali contando solo l’indicativo.

Questo perché, e questa è una cosa che ci fa molto piacere, dal punto di vista dei tempi verbali il ceco è una lingua facilissima. Molto più dell’inglese (alla faccia dei meme). Certo, poi c’è un un elemento che rimescola un po’ le carte, ma lo vedremo la prossima volta.

Ad ogni modo, vi basti sapere che il ceco usa bene o male 4 tempi, di cui uno solo non è composto (cioè non usa un verbo ausiliario).

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Il principio di semplificazione della lingua, volume #1

Qui tendo a ribadire quanto affermato l’ultima volta: le lingue si evolvono e aggiungo che nel farlo, di norma, tendono a diventare più semplici. Per quello il congiuntivo sta sparendo in italiano (ma lasciamo stare).

Ciò detto, chi sa il latino sa anche che, nel passare all’italiano, un po’ di robe complicate si sono perse. L’italiano non ha il neutro. L’italiano non ha i deponenti. E soprattutto, l’italiano si è liberato delle declinazioni (che in ceco però ci sono ancora), ed ha sviluppato l’articolo per farne a meno. Ecco, questa cosa, si chiama appunto “semplificazione di una lingua” e tutte le lingue latine in linea di massima si sono semplificate come l’italiano, perdendo neutro, deponenti e declinazioni.

Dall’altro lato abbiamo le lingue slave, che si son tenute le declinazioni e hanno preferito concentrare la semplificazione sui verbi. Queste lingue hanno eliminato quasi tutti i tempi. Il trucchetto con cui hanno risolto il problema ce lo teniamo, appunto, per la prossima volta.

In sostanza, comunque, il leggendario protoslavo e il leggermente mitico paleoslavo avevano un sistema di tempi simile a quello del latino (o meglio del greco, visto che aveva delle bestie strane, chiamate aoristi): 6 tempi indicativi, 4 congiuntivi, 2 imperativi. La solita roba. Le lingue slave invece (tranne alcune1), hanno un sistema molto più semplice.

Il sistema dei tempi verbali cechi (e slavi in generale)

Un verbo ceco si presenta solo in queste forme:

  • presente indicativo
  • participio passato (attivo e passivo, ma cambia solo una lettera)
  • infinito presente
  • imperativo (#evabbeh)
  • gerundio passato e presente (questi due sono pressoché estinti, quindi non vi servono se non leggete uno di loro o non vedete una di queste)

Quindi in sostanza tre sole forme verbali più l’imperativo (che come tutti gli imperativi è incompleto e per lo più uguale al presente) e due gerundi ormai ai margini del vestigiale. Tutto il resto sono forme composte dal verbo in questione e dal verbo essere come ausiliario (il verbo essere ha conservato ben due tempi in più).

Nascono così:

  • Futuro indicativo, composto dal verbo essere al futuro (budu, budeš, bude, budeme, budete, budou) e infinito del verbo che dà senso alla frase. Esempio: Budu vědět = saprò.
  • Passato indicativo, composto da essere al presente e participio passato del verbo che dà senso alla frase. Esempio: věděl jsem = sapevo/ho saputo/avevo saputo e tutti gli altri.

Ecco, la padronanza di questi tre tempi (presente, passato, futuro) in sostanza vi basta per campare senza grossi problemi. Se voleste passare a qualcosa di difficile, poi, abbiamo ancora…

…il condizionale

Il verbo essere (sempre e solo lui) esiste anche al condizionale (bych, bys, by, bychom, byste, by)2, che unito sempre al participio passato degli altri verbi serve a fare le finali e le ipotetiche condizionali. Questa il quarto ed ultimo tempo verbale del ceco.

  • Finali: si attacca il bych dietro ad una a, formando un abych/abys/aby (e-fossi/e-fosse) e dietro viene il participio passato. Ad esempio “Per uscire”/”Affinché io esca” = “abych šel ven”.
  • Ipotetiche: iniziare una frase in italiano con “se” ti mette in condizione di poter giostrare tra una novantina di combinazioni di tempi verbali. In ceco le combinazioni sono solo due.
    1. La prima la risolvete senza congiuntivo. Si fa coi verbi all’indicativo ed è quella della certezza: “esco se non piove” in ceco è “jdu ven jestli neprší”. Da notare che la parola per “se”, jestli, in ceco medievale vuol dire letteralmente “se è” (jest-li).
    2. Nel secondo caso, il bych/by di cui sopra lo si attacca dietro a un kdy (quando) e vi trovate l’altro modo di dire “se”: KDYBY (Quando-fosse), che ovviamente si declina in kdybych, kdybys eccetera. E ovviamente ci mettete dietro i vostri participi passati. “Se non piovesse uscirei” diventa “Kdyby nepršelo, šel bych ven”.

Ecco qua. È finita qui, non c’è altro da dire. A parte la storia della perfettività, ma un’altra volta.

Articolo scritto nella luce di Пиффер Христолюбец (Piffer Khristoljubec)

1 Ad avere un sistema di tempi verbali più simile al nostro sono sostanzialmente 3 lingue slave: il Bulgaro, il Macedone e il favoleggiato Serbo Lusaziano.

In realtà è un aoristo, ma importa poco.

Qua potete trovare tutti i numeri della nostra rubrica ceco in pillole

Qui trovate invece il volume che dà una panoramica della lingua ceca

Ceco in pillole vol. #0: la lingua ceca, basi e domande


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Tiziano Marasco
Tiziano Marascohttps://www.tizianomarasco.com
Il Vojvoda | Friulano di nascita, parla 9 lingue e scrive in 4 alfabeti. Ha studiato metallistica all'università di Hedlund e seguito le lezioni del professor Krull. Alimenta la fiamma di Trockij, si è stabilito a Praga nel 2011. All'epoca stava fuggedo dalla Russia, dove aveva tentato di sabotare la rielezione di Putin. Riparato a Vienna ha provato a convincere gli austriaci a riprendere le loro terre, stabilendo però il parlamento al Karlmarxhof. Fallito anche questo tentativo, si è stabilito a Praga dove lo aveva invitato il suo amico Egon Bondy. Potete trovarlo a Žižkov travestito da Major Zeman. Per italia praga one way fa il favellatore di lingua ceca e riceve mezzo chilo di halušky al mese (con la bryndza e la slanina, mica quelli coi crauti).
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