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Adozione dell’euro: la Repubblica Ceca continua a rimandare

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Anche quest’anno la Repubblica Ceca ha deciso di non fissare la data per l’adozione dell’euro.

Il governo ceco ha accolto la raccomandazione congiunta del ministero delle Finanze e della Banca nazionale ceca (ČNB) che consiglia di non fissare una data per l’adozione dell’euro. La decisione si basa sulla valutazione annuale dell’economia ceca e del rispetto dei criteri di convergenza definiti dal trattato di Maastricht.

Quest’anno, la Repubblica Ceca molto probabilmente soddisferà solo i criteri di convergenza sui tassi di interesse a lungo termine. Il criterio sulla posizione finanziaria del governo e il criterio sulla stabilità dei prezzi non saranno soddisfatti, secondo la ČNB.

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L’ultimo criterio, ovvero il rispetto della partecipazione al meccanismo di cambio, non può essere formalmente soddisfatto. Questo perché la Repubblica Ceca non ha sottoscritto gli accordi europei di cambio (AEC II) che stabiliscono un cambio fisso tra euro e valuta nazionale (per noi era 1 EUR = 1.936,27 Lit).

Il governo ritiene che il processo incompiuto di convergenza economica reale dell’economia ceca sia un ostacolo all’adesione all’unione monetaria. Sostanzialmente questo vuol dire che salari e prezzi rimangono di troppo inferiori rispetto ai paesi dell’Europa occidentale (ne avevamo parlato in questo articolo per spiegare perché la Repubblica Ceca può essere identificata come “est Europa”. Così facendo, il governo ceco ci dà ragione).

Il rapporto della ČNB

Nel documento approvato dalla banca nazionale si legge che “l’economia ceca continua a differire sostanzialmente dall’area dell’euro a livello strutturale, un fattore che complicherebbe l’attuazione della politica monetaria unica. Dato l’invecchiamento della popolazione, anche la questione della sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche, il cui effetto stabilizzatore dovrebbe in parte compensare la perdita di autonomia della politica monetaria dopo l’adozione dell’euro, non è stata completamente risolta”.

Tra gli aspetti positivi, ČNB nota che “l’elevato grado di apertura dell’economia ceca e i suoi stretti legami commerciali e di proprietà con l’area dell’euro sono favorevoli all’adozione. Pure il tasso di cambio relativamente stabile della corona ceca rispetto alla moneta unica, anche durante il profondo declino economico di quest’anno, il rinnovato allineamento dei mercati finanziari cechi e dell’area dell’euro e il settore bancario resiliente nella Repubblica Ceca possono anche essere valutati come elementi favorevoli al passaggio alla moneta unica”.

Obbligo di adozione dell’euro

Tutti i paesi UE sono obbligati all’adozione dell’euro. Questo perché, entrando nell’Unione, hanno implicitamente accettato il trattato di Maastricht del 1992. Lo trovate su eur-lex ma tenete conto che è scritto in eurocratese ed essendo del 1992 ci sta scritto ECU e non EURO. I punti vincolanti per l’adozione dell’euro sono l’articolo 14 e il 109, che non sono brevissimi. Se lo leggete, scoprirete anche che la Danimarca è l’unico paese che non ha questo obbligo, perché ha chiesto l’esenzione in tempi non sospetti (ovvero prima che il trattato venisse scritto).

In soldoni, gli 8 paesi che non hanno la moneta unica sono obbligati ad aderire agli AEC II, i quali ti obbligano formalmente a pigliare la moneta unica. Due anni dopo questa adesione e soddisfacendo i 4 criteri di convergenza si può adottare l’euro. La fregatura è che il trattato di Maastricht ti obbliga ad adottare l’euro ma non ti dà limiti di tempo per farlo.

Fun fact, tra i paesi che già prima del coronavirus non erano in linea con questi 4 criteri c’è la Svezia (inflazione troppo alta). Gli altri sono Ungheria e Croazia (rapporto PIL/debito pubblico troppo alto).

I paesi che hanno già aderito agli AEC II e quindi hanno un cambio fisso con l’euro sono Croazia, Bulgaria e Danimarca (quest’ultima con la possibilità di uscirne). La Romania dovrebbe sottoscriverli a breve. Devono invece sottoscriverli Repubblica Ceca, Svezia, Polonia (che ha pure un accordo ad hoc sull’argomento) e Ungheria (che evidente finge di non vedere tutti gli ungheresi che preferiscono fare i transfrontalieri e andare a lavorare non solo in Austria, ma pure in Slovacchia).

Per saperne di più sull’allargamento della zona euro senza il problema dell’eurocratese, c’è wikipedia.

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Tiziano Marasco
Tiziano Marascohttps://www.tizianomarasco.com
Il Vojvoda | Friulano di nascita, parla 9 lingue e scrive in 4 alfabeti. Ha studiato metallistica all'università di Hedlund e seguito le lezioni del professor Krull. Alimenta la fiamma di Trockij, si è stabilito a Praga nel 2011. All'epoca stava fuggedo dalla Russia, dove aveva tentato di sabotare la rielezione di Putin. Riparato a Vienna ha provato a convincere gli austriaci a riprendere le loro terre, stabilendo però il parlamento al Karlmarxhof. Fallito anche questo tentativo, si è stabilito a Praga dove lo aveva invitato il suo amico Egon Bondy. Potete trovarlo a Žižkov travestito da Major Zeman. Per italia praga one way fa il favellatore di lingua ceca e riceve mezzo chilo di halušky al mese (con la bryndza e la slanina, mica quelli coi crauti).
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