Jože Plečnik fu un architetto sloveno che ha lasciato una forte eredità a Praga.
Jože Plečnik (spesso scritto Josip, in ceco) viene considerato uno dei più notevoli esponenti dell’architettura moderna ed è celebrato nella Repubblica Ceca anche se le sue produzioni locali sono solamente tre.
Negli anni 1894-1897 Plečnik studiò a Vienna sotto la guida del famoso architetto dell’Art Nouveau Otto Wagner. L’insegnamento di Wagner consisteva nello studio dei modelli classici dell’antichità e del Rinascimento italiano. Gli studenti dovevano conoscere gli elementi architettonici degli antichi per poterli poi usare nelle loro progettazioni architettoniche.
Dopo essersi diplomato nel 1898 partì per un viaggio di studio in Italia e Francia, da cui tornò alla fine dell’estate del 1899.
Nel 1911 si trasferì a Praga, dove insegnò alla Scuola delle Arti Applicate (oggi Umprum, Vysoká škola uměleckoprůmyslová) fino al 1921, prendendo il posto di Jan Kotěra (qui gli articoli su di lui). Plečnik si ispirava al metodo di Wagner durante il proprio lavoro pedagogico. Nelle sue lezioni, enfatizzatava sia sui principi classici dell’architettura e sulle tradizioni dell’arte popolare, sia sulla mescolanza di queste influenze. Ispirò i suoi studenti così tanto, che molti di loro entrarono, in seguito, a far parte del movimento ceco d’avanguardia: il cubismo.
Alla fine del suo mandato come professore a Praga tornò nella sua natia Ljubljana, dove venne chiamato per insegnare al dipartimento di architettura della Facoltà di Ingegneria.
Nel 1920 Plečnik iniziò a lavorare a uno dei suoi progetti più importanti, il castello di Praga. Ciò rappresentava un compito arduo, visto il ruolo dominante sia dell’edificio stesso, che della zona circostante. L’allora presidente Masaryk cercava un architetto che fosse in grado di rinnovare gli edifici preservandone allo stesso tempo gli elementi storici. Questa caratteristica venne individuata da Masaryk in Plečnik, che fu nominato capo architetto.
Tra il 1920 e il 1934 Plečnik realizzò numerosi progetti in tutto il castello, tra cui la ricostruzione di alcuni giardini e cortili monumentali e l’installazione di statue e sculture, ad esempio l’Obelisco. Realizzò anche una serie di nuovi interni, come la famosa Sala Plečnik (Plečnikův sál), completata nel 1930.
È interessante sottolineare come Plečnik riuscì a combinare il vecchio con il nuovo, trasformando il castello medievale in qualcosa di completamente moderno.
Il suo secondo e ultimo lavoro a Praga fu la Chiesa del Sacro Cuore di Nostro Signore del 1932. La chiesa ha un disegno e un’architettura decisamente moderni e rappresenta uno degli edifici più eccezionali di Praga.
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