La stagione di modernizzazione e di liberalizzazione cecoslovacca, nota a tutti come Primavera di Praga iniziò ufficialmente il 5 gennaio 1968.
La data coincise con la salita al potere di Alexander Dubček, principale autore e regista di quella fase storica, ma purtroppo tutto ciò ebbe vita breve. Il periodo riformista cecoslovacco si interruppe nella notte tra il 20 ed il 21 agosto 1968, quando l’Unione Sovietica, spalleggiata da tutti gli alleati del Patto di Varsavia, ad eccezione della Romania, invase il paese e prese il controllo di Praga.
Una spropositato numero di soldati sovietici con l’ausilio di migliaia di mezzi militari mise a ferro e fuoco la città. Le stime sono ancora oggi discordanti, ma possiamo valutare che nell’operazione vennero impiegati dai 200mila ai 600mila uomini, che ebbero a disposizione tra i 5000 e i 7000 veicoli corazzati.
Tutto era stato stabilito e concertato segretamente all’interno degli accordi del Patto di Varsavia infatti le migliori forze dell’esercito cecoslovacco furono appositamente disposte lungo la linea di confine con la Germania Ovest. I motivi? Impedire un intervento delle forze occidentali, sia tipo militare, sia di tipo umanitario e sopratutto favorire l’invasione dell’esercito sovietico.
Ricordiamo quei terribili momenti riproponendo le fotografie Josef Koudelka.