Ritenendo doveroso spiegare le festività ceche principali, non possiamo omettere quella del 6 luglio, dedicata alla memoria del rogo di Jan Hus.
Jan Hus era un predicatore e riformatore boemo, vissuto tra il 1370 ed il 1415. Ha vissuto la maggior parte della sua vita a Praga, dove arringava la folla presso la Cappella di Betlemme. Qui denunciava spesso e volentieri l’operato della chiesa cattolica e soprattutto la corruzione o la vendita delle indulgenze. Insomma, una specie di Martin Lutero con una fine drammatica.
Jan Hus durante la sua opera di predicatore fu interdetto più volte dal re di Boemia ed Ungheria (Sigismondo), che gli chiese più volte di moderare le accuse alla Chiesa. Hus spesso interrompeva l’azione per qualche tempo per poi riprenderla con più forza. Quando gli fu proibito di predicare a Praga, proseguì la sua opera nella Boemia del sud.
A causa delle sue disobbedienze, ma anche del gran seguito di fedeli che aveva raccolto, Jan Hus fu convocato a Costanza per discutere le teorie. Malgrado la promessa imperiale che non vi sarebbero state azioni contro la sua persona, Jan Hus fu arrestato nel novembre del 1414. Dopo “regolare” processo fu dichiarato eretico e seminatore di discordie, finendo bruciato sul rogo appunto il 6 luglio del 1415. Con lui furono bruciati anche gli indumenti. Le ceneri poi furono disperse nel Reno affinchè non divenissero reliquie.
Così facendo la Chiesa sperava di evitare ulteriori tensioni in Boemia, di fatto causarono una guerra civile che si concluse solo nel 1431, dopo svariati massacri. La miopia papale infatti non coglieva come le riforme volute da Hus avessero messo in contrasto anche il popolo ceco (a lui fedele) e quello tedesco (fedele a Roma). Stranamente, la guerra civile si concluse con la vittoria dei primi, che ebbero la possibilità di celebrare il loro nuovo rito, detto utraquista.
La figura di Jan Hus è stato a lungo dibattuta dagli storici cechi. Non è infatti chiaro se la sua opera prevedesse oltre alle riforme, anche il passaggio ad azioni di fatto. È ben noto infatti che le riforme religiose sono portate avanti da conservatori, e che spesso la cura è decisamente peggiore del male che si vuole combattere, come insegnano gli Anabattisti o la stessa fazione Taborita dei seguaci di Hus. In fin dei conti però le guerre hussite non sono imputabili, almeno in maniera diretta, al predicatore.
Due piccole curiosità:
- La storia del rogo di Jan Hus è rappresentato nel grande gruppo statuario al centro di Piazza della Città Vecchia, eretto nel 1915 a commemorazione dei 500 anni dell’auto da fé;
- A Jan Hus si deve anche la prima riforma ortografica della lingua ceca, ovvero l’introduzione di punti ed accenti in luogo delle z (ancora in uso nella scrittura polacca) e delle doppie vocali. Se prima si scriveva Czeskyy, dopo si sarebbe scritto ćeský (esempio semplificato, n.d.r.)