Nel 2018, 7,9 milioni di persone hanno visitato Praga. Oltre sei milioni erano stranieri, secondo l’Ufficio statistico ceco. La popolazione di Praga è invece di soli 1,26 milioni.
Insomma, come altre città dell’Europa (Barcellona, Venezia, Amsterdam), anche la capitale ceca si trova a far fronte al cosiddetto Overtourism, l’eccesso di turisti. Il centro è diventato invivibile, attraversare Karlův Most e Zlatá Ulička è divenuta un’impresa – e la Zlatá uličká è a pagamento. Senza contare i problemi per la popolazione locale. I turisti se ne fregano del Noční klid e compiono diversi atti vandalici nel centro stroico.
Dunque, al di là di un indotto invidiabile (pare che i turisti nel 2018 abbiano lasciato alla capitale 18 milioni di corone al giorno) pare probabile che Praga l’overtourism lo combatterà.
Alcune misure sono state prese in passato: proibiti i segway (i turisti andavano candidamente attraverso ciclabili e sensi unici), proibite le beer bike (intralcio al traffico).
Contro il “turismo della birra” è previsto un aumento delle tasse sull’alcool e sul tabacco, che arriveranno entro la fine dell’anno (questo ai locali però piacerà un po’ meno).
Una misura attualmente al vaglio è, invece, l’app “Prague Cool Pass”, una carta del visitatore che dà accesso a varie attrazioni. L’app, gratuita, offre suggerimenti per oltre 100 attrazioni, con il fine di distribuire un po’meglio i turisti in tutta la città.
Per ridurre gli assemblamenti di turisti nel centro, poi non si vedranno in giro per Piazza Venceslao o Piazza della Città Vecchia i tipi vestiti da orsi polari, panda e da Krteček.
Un’altra misura sarà poi volta a combattere l’aumento degli affitti, e questa sarà indirizzata contro gli Airbnb. Sempre più di frequente gli appartamenti del centro sono affittati ai turisti, che ovviamente pagano molto più di una persona che abita stabilmente. Di conseguenza nel centro gli appartamenti destinati ai locali sono pochissimi. Il secondo passo per limitare gli Airbnb (i primi sono stati i raid delle fiamme gialle ceche laddove i gestori di Airbnb non dichiaravano le entrate – ed erano parecchi), dovrebbe essere l’applicazione della City tax.
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Foto – Commons
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