Praha-Bubny è una stazione ferroviaria nella zona di Holešovice. Sorge in particolare nell’area di quello che, fino a metà del XX secolo, era un villaggio di pescatori (Bubny appunto).
Il primo treno praghese con il triste compito di deportare ebrei ai campi di concentramento partì il 16 ottobre 1941. E partì dalla stazione ferroviaria di Praha-Bubny. Negli anni successivi, 50.000 ebrei di Praga furono mandati nei ghetti e nei campi di concentramento e sterminio.
Dopo la liberazione, da questa stazione partirono i tedeschi di Praga che erano stati espulsi dalla Cecoslovacchia.
Anche per questo, Praha-Bubny è ora diventata un monumento che rievoca la complessa storia del Novecento ed uno spazio di confronto e riflessione critica sul passato recente.
La costruzione della stazione ferroviaria iniziò nel 1866, con la creazione della linea che collegava Masarykovo nádraží a Buštěhrad, vicino a Kladno. L’area della stazione comprendeva anche un grande deposito ferroviario, con officine ed un impianto di riscaldamento. I locali potevano ospitare fino a 140 vagoni e comprendevano una sezione per la verniciatura ed una segheria.
Nel 2004 l’area della stazione venne stata dichiarata monumento culturale della Repubblica Ceca. Nel 2008 si decise di ridurre lo status a un’area più piccola. Successivamente, il proprietario terriero (la compagnia edilizia Orco), in collaborazione con lo studio di sviluppo CPI Property Group chiese ed ottenne che ulteriori edifici perdessero il loro status di bene culturale. Infine, la joint venture presentò il piano di ricostruzione e sviluppo dell’intera area, che includeva la demolizione della stazione.
Praga Bubny potrebbe essere rimessa a nuovo nell’ambito di un possibile collegamento ferroviario tra l’aeroporto di Praga e il centro-città. Per quello, potete leggere l’!articolo in cui spieghiamo che andremo in treno da Masarykovo Nádraží all’aeroporto.
Il comune di Praga 7, insieme a molti cittadini e ad altri rappresentanti della capitale, si oppose alla demolizione. Non mancarono nemmeno le proposte per il recupero dell’area, che prevedevano di conservare l’officina o trasformarla in un museo o in una sala concerti.
Purtroppo però, il proprietario e lo sviluppatore spinsero per la demolizione, che iniziò, dopo cinque anni di tira e molla, a settembre 2015 e durò tre mesi. La joint venture spiegò che gli edifici erano in condizioni così disperate che non sarebbe stato realistico salvarli. Orco e CPI garantirono però che lo spirito del sito non sarebbe comunque scomparso: gli elementi architettonici cardine della costruzione industriale sarebbero stati preservati e incorporati nella forma futura del progetto.
Ad oggi, del complesso sono rimasti solo l’edificio principale della stazione, risalente al 1923, e pochi altri di proprietà delle ferrovie ceche, che il committente ha promesso di incorporare nella futura costruzione.
Tuttavia, l’intera area dismessa è coperta da vincoli di privatizzazione, che impediscono allo sviluppatore qualsiasi nuova costruzione. L’esenzione dal vincolo è stata concessa solo al Memoriale del Silenzio (“Památník ticha“).
Autore del progetto di ricostruzione di rivitalizzazione della stazione ferroviaria è Šárka Malá mentre l’esecutore dei lavori è l’ONG “Památník Šoa Praha” (Memoriale della Shoah di Praga). Quest’ultima ha stipulato un accordo con le ferrovie ceche per la locazione di 50 anni dell’edificio della stazione. Il progetto mira non solo a rivitalizzare la stazione ferroviaria di Praha-Bubny, ma anche a creare un centro permanente del futuro memoriale del Silenzio. Il centro dovrebbe includere mostre ed eventi stagionali per il pubblico.
Il memoriale di Aleš Veselý
Nel 2015 è stata inaugurata una scultura chiamata “Porta irreversibile” (Brána nenávratna), dello scultore Aleš Veselý. Si tratta di un binario di venti metri sollevato verso il cielo, situato di fronte all’edificio della stazione direttamente sulla strada che gli ebrei attraversavano prima di salire sui treni di deportazione. La data di inaugurazione di questa installazione ricorda la notte tra l’8 e il 9 marzo 1944, data dello sterminio di quasi 4.000 prigionieri del cosiddetto campo famiglia Terezín.
Nella parte anteriore della stazione sono presenti altre installazioni sviluppate sempre secondo la stessa tematica. Il memoriale è stato aperto al pubblico nell’autunno del 2018.
Ogni anno ad ottobre, per commemorare la prima deportazione degli ebrei da Praga, l’associazione del Memoriale del Silenzio organizza una serie di eventi chiamata “Bubnování pro Bubny” (Tambureggiare per Bubny). Si tratta di concerti, discussioni e mostre che hanno il fine di non dimenticare ciò che è successo. L’associazione mira anche a stimolare una riflessione sulla nostra società, in cui, purtroppo, gli stereotipi alla base di xenofobia e odio per il diverso sono ancora presenti.
Il tambureggiare esprime la rottura del silenzio che è stato complice dello sterminio. Quel silenzio della maggioranza dei cittadini che non sono intervenuti per fermare la deportazione.
È possibile visitare l’interno dell’edificio della stazione solo durante le due settimane di eventi. Per il resto dell’anno rimane chiuso al pubblico, ma si possono ammirare le sculture ed installazioni esterne.
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