All’inizio del XIV secolo, le controversie sul potere della Chiesa nella società in Boemia si spostarono sul campo di battaglia con gli scontri tra l’Impero e gli hussiti, ovvero i seguaci del predicatore Jan Hus.
Tutto cominciò quando Hus venne bruciato sul rogo a Costanza, il 6 luglio 1415. Hus, che aveva criticato il potere secolare della Chiesa e denunciato la vendita delle indulgenze giusto un secolo prima di Lutero, cominciò a essere venerato come un martire. I suoi insegnamenti si diffusero rapidamente in tutta la Boemia. Gli hussiti presero a usare un calice come loro simbolo in riferimento al diritto del popolo di ricevere anche il vino durante la comunione.
Il re Venceslao IV cercò di calmare la situazione. Nominò nuovi governatori che si occuparono di reprimere e arrestare gli Hussiti, giustiziandone alcuni come avvertimento. Questo non fece altro che creare ulteriore malcontento verso i governatori, fino ad arrivare alla Prima Defenestrazione di Praga. Questa segnò l’inizio delle guerre hussite, che durarono per anni.
L’inizio delle crociate
Dopo la morte di Venceslao IV, la corona passò a suo fratello Sigismondo (Zikmund Lucemburský). La nobiltà era disposta ad accettarlo, ma aveva delle richieste particolari che Sigisimondo rifiutò. Da Wrocław (Breslavia) iniziò a preparare un esercito per riconquistare la terra finita in mano ai ribelli.
Su sua richiesta, papa Martino V dichiarò la prima crociata nel marzo 1420. Il re Sigismondo di Lussemburgo, re d’Ungheria e Roma, presero l’iniziativa. Nonostante fossero più numerosi del loro nemico, i crociati non furono in grado di distruggere le truppe ussite composte da volontari privi di qualsiasi addestramento militare.
Soprattutto, non furono in grado di battere Jan Žižka, che passò alla storia come uno dei pochissimi comandanti militari a non perdere mai una battaglia.
La prima e poi la seconda crociata si conclusero con la vittoria sull’esercito imperiale. Dopo la schiacciante debacle sulla collina Vítkov (proprio lei) e un anno dopo a Žatec, i crociati subirono ulteriori sconfitte a Kutná Hora e Německý Brod.
Il 10 gennaio 1422 gli hussiti sferrarono l’ultimo colpo, durante quella che fu la loro fuga in Ungheria.
Il fallimento della seconda crociata portò al consolidamento del movimento hussita nelle terre ceche, tant’è che fino al 1427 nessun esercito osò invadere la Boemia. Nel 1430 il Papa Martino V indisse una nuova crociata, che si concluse però in un nuovo fallimento con la battaglia di Domažlice l’anno successivo. Solo a quel punto i cristiani di rito latino avviarono delle trattative pacifiche, che portarono alla stesura dei Compacta di Praga, approvati nel 1436.
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