Prima o poi di divorzio su questa pagina avremmo dovuto parlare. Presentiamo quindi l’esperienza di Luca Menna.
La storia è archetipica. Italiano viene qua in vacanza (regalo di laurea), conosce una ceca, la invita in Italia. Si conoscono, si innamorano e dopo 2 anni di spostamenti reciproci, lei decide di trasferirsi in Italia. Si sposano, hanno un figlio. Le cose iniziano ad andare male, sostanzialmente per i problemi di lei ad adattarsi a vivere in Italia. È una cosa normale, come molti italiani hanno problemi ad adattarsi a vivere qui, è logico che ci sia anche il problema opposto. Quindi alla fine lei decide di tornare in Repubblica Ceca e chiedere il divorzio.
Come ti senti alla fine di tutto?
Dopo la sentenza di divorzio mi sento molto leggero e sollevato perché anche sulla “carta” la nostra relazione ha trovato la parola fine.
Perché è finita con tua moglie?
Perché è mancato tra di noi un certo dialogo interculturale. Eravamo la classica “coppia mista” che con coraggio ed amore ha cercato di creare una famiglia e fino ad un certo punto ci stava anche riuscendo. Poi, si sa, le coppie miste si muovono costantemente e quoridianamente su un doppio binario che vede sia la dimensione affettiva che quella relazionale soggetta a troppe differenze culturali, ambientali e di mentalità. Mi dispiace che la mia ex moglie non sia riuscita ad integrarsi ed ambientarsi in Italia, ma sento di avercela messa tutta per aiutarla, anche se alla fine posso comprenderla.
Come sono i rapporti col resto della famiglia ceca?
I rapporti sono buoni dai. Soprattutto con la mia ex suocera (!!!) che in questi anni ha cercato sempre di farmi sentire meno la distanza con mio figlio, facendomi telefonare e mandandomi foto e video di lui. Insomma è una super nonna o meglio una super babička [ride, ndIP1W]. Con la mia ex mogliedopo un lungo periodo di distacco forte e freddo adesso siamo più collaborativi nel cercare le soluzioni migliori per il bene comune di nostro figlio.
Come si svolge il processo? Ci sono delle differenze rispetto a un divorzio in Italia?
Il processo qui a Praga ha molte similitudini con quello italiano, solo che qui la giustizia è molto più celere e nell’organizzazione sono molto precisi e attenti ad ogni minimo dettaglio. Tra l’altro, qui il divorzio diventa valido subito, al momento della sentenza, mentre in Italia c’è un periodo di limbo di qualche anno che viene lasciato lì nella speranza di eventuali ripensamenti. Mi hanno messo a disposizione una brava traduttrice al mio fianco che ha facilitato molto la comunicazione col giudice potendomi esprimere liberamente senza riserve e senza incomprensioni.
Ti sei sentito discriminato in quanto straniero?
In realtà una sola volta. Nella penultima udienza, dove si decideva l’affidamento del bambino, la giudice ad un certo punto mi fa: “Sig. Menna mi tolga una curiosità: ma lei si è laureato per fare spaghetti? Come funziona in Italia? Mi spieghi un po’!” [Qui dobbiamo segnalare che il sig. Menna lavora per un importante produttore di pasta. ndIP1W]. Questa domanda ha suscitato un certo imbarazzo non solo in me, ma anche nei presenti in aula. Le ho risposto che “in Italia ci sono anche laureati in fisica nucleare che fanno i facchini… ci arrangiamo noi italiani…” la cosa è finita così nell’ilarità generale.
Come hai trovato l’avvocato?
Mi serviva un avvocato che parlasse molto bene l’ Italiano. Quindi ho scelto il mio scorrendo la lista degli avvocati dell’Ambasciata d’Italia a Praga. Il mio è una persona molto cordiale, disponibile, un buon conoscitore della cultura italiana che parla e comprende molto bene la nostra lingua.
Come valuti il risultato della causa di divorzio?
Sentenza ovvia, scontata [affidamento del bimbo alla madre, ndIP1W]. Insomma sulla base del semplice fatto che due persone sono diverse culturalmente ed eticamente, è giusto che le loro strade si dividano. Alla fine di questa triste storia (ogni separazione porta strascichi dolorosi) rimarrò sempre un papà che ogni mese prende un aereo per raggiungere il proprio figliolo e dorme in albergo per giocare con lui al parco…va bene così.
Luca Menna 47 anni, abruzzese, lavora da 20 anni per uno dei maggiori produttori di pasta in Italia. Arbitro per passione da 30 anni, uno dei più “anziani” direttori di gara dell’Associazione Italiana Arbitri.
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