Magari non lo sapete, ma il tasso di disoccupazione in Repubblica Ceca, dalla metà del 2015, ruota attorno al 5 per cento. Vale a dire che è il più basso dell’Unione europea, o il secondo dopo quello tedesco.
E se non bastasse, sappiate che le politiche di rilancio dell’economia ceca stanno creando molti, molti, molti posti di lavoro. Sostanzialmente: da un lato la disoccupazione continua a scendere (a maggio aveva toccato il 5,4%), dall’altro la richiesta continua a salire.
In alcuni settori, come quello informatico, si è raggiunta una situazione paradossale: la domanda di nuovi dipendenti supera fortemente la disponibilità di personale. Questo perché la Repubblica Ceca è diventata una meta ambita per diverse imprese globali che delocalizzano qui a causa di costi piuttosto bassi e infrastrutture comunque buone. DHL, Accenture, IBM, Amazon, CSC, e di seguito.
Le conclusioni potete trarle da voi. Da un lato le imprese ceche si trovano in condizione di dover assumere specialisti dall’est Europa (Bulgaria, Ucraina, Romania), poiché quelli cechi stanno divenendo troppo cari. Domanda alta, offerta bassa e gli stipendi aumentano, ovviamente.
Questi specialisti (che poi, specialista nel settore IT è una parola grossa, con una buona istruzione e un mese di training la maggior parrte dei lavori non presenta grosse difficoltà) sono tuttavia alla portata delle multinazionali che delocalizzano. Questi specialisti, tuttavia sono comunque troppo pochi, sicché anche le possibilità aumentano anche per noi occidentali. Le multinazionali assumono infatti con stipendi base bassi per i nostri paesi (tra le 26.000 e le 30.000 corone lorde al mese), ma medio alti per gli standard cechi (dove la media è di poco superiore alle 26.000 corone). E qui si tratta di lavori tecnici ma non difficili. Se avete lauree in alcuni settori, gli stipendi possono essere tranquillamente oltre le 55 mila corone.