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Lo skanzen Solvayovy lomy: il Carso Boemo

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I Solvayovy lomy, ovvero le ex cave di calcare nel Carso boemo (Český Kras), sono oggi un museo all’aperto.

Le ex cave Solvay (per l’appunto, i Solvayovy lomy) si trovano nel bel mezzo di una foresta tra i villaggi di Svatý Jan pod Skalou, Bubovice e Loděnice, a circa 20 km ad ovest di Praga. I Solvayovy lomy sono oggi uno “skanzen”, ossia un museo all’aperto, che racconta l’estrazione ed il trasporto del calcare del Carso Boemo.

Il museo è costruito in una ex cava di calcare abbandonata, conosciuta come “All’ombrello” (U paraplete) o “In acque fredde” (Na stydlych vodách). L’offerta ai visitatori include un giro su una ferrovia a scartamento ridotto lungo un circuito di 1,8 km, una visita alla galleria sotterranea ed il museo. In aggiunta, la mostra all’aperto vi farà conoscere ed ammirare molti veicoli ed oggetti usati nella cava: un binario inclinato, escavatori a cavo, vecchie locomotive, macchine su ruote e cingolati.
Attenzione! La temperatura all’interno della galleria sotterranea è costante a 8°C, quindi è bene portare con sé qualcosa di pesante da indossare, soprattutto se si fa visita in estate.

Il museo all’aperto è gestito dall’associazione Barbora, società fondata nel 1993 per la conservazione dei monumenti minerari e industriali. I membri di Barbora restaurarono gradualmente la ferrovia a scartamento ridotto e costruirono quello che oggi rappresenta il museo.
Sul luogo è presente anche un bar, creato all’interno di un vecchio tram. Sul sito ufficiale dello skanzen si trovano molte informazioni, ma gli orari di apertura non vengono aggiornati spesso. Per le notizie più fresche si rimanda alla pagina facebook.

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Storia dei Solvayovy lomy

Le cave Solvay sono state per decenni uno dei principali fornitori di calcare di qualità per la produzione chimica. La cava venne creata per fornire calcare ad una fabbrica vicino Ústí nad Labem, che era impegnata nella produzione di soda con il cosiddetto metodo Solvay. La ditta Solvay era sia il proprietario, che l’operatore della cava ed il museo di oggi mantiene quel nome.

La concessione per la costruzione della cava fu ottenuta nel 1916. L’attività mineraria iniziò nel 1918 dapprima in una cava ad un piano, successivamente nell’espansione su due piani.
Martelli pneumatici e trapani rompevano la pietra. I compressori erano azionati da una locomotiva a vapore prima, e da un motore a benzina poi, e fornivano l’aria compressa per gli utensili pneumatici.

Il materiale estratto veniva caricato manualmente nei carrelli di una ferrovia a scartamento ridotto da 600 mm. Questi carrelli portavano il materiale fino alla stazione superiore della funivia a gravità, che a sua volta raggiungeva la ferrovia a Loděnice, da dove il calcare veniva trasportato alla fabbrica per la lavorazione. La funivia era lunga 1580 metri, aveva un’altezza di 126 metri ed era in grado di trasportare 38 tonnellate di materiale all’ora.

Nel 1925 l’energia elettrica raggiunse la cava. Ciò permise di sostituire il motore a scoppio per il compressore con uno elettrico e di acquistare un compressore più potente. Nel 1928 la cava era già dotata di tre motori elettrici con una potenza complessiva di 85,75 CV ed oltre 60 lampadine illuminavano l’impianto.

Leggi anche: Moravský Kras, il Carso Moravo

 

Il calcare veniva inizialmente estratto creando gallerie sotterranee orizzontali scavate sotto il deposito stesso, ma sembra che questo metodo di estrazione non desse molti risultati. Così, nell’estate del 1926 fu aperta una nuova cava, conosciuta come la cava superiore, ora detta “Střelnice”. Questa nuova cava era alta 12 m, ovvero più di quella originaria e quindi il calcare veniva trasportato fuori tramite un binario in pendenza.

Nel 1929 iniziarono i lavori per una nuova cava in un’area sul lato opposto della collina, visto che le riserve di calcare non erano più in quantità e qualità sufficienti. Questa cava fu chiamata meridionale ed era collegata a quella superiore da una galleria di trasporto lunga 217 m.

L’attività mineraria proseguì negli anni indipendentemente dagli sviluppi politici e raggiunse il suo apice durante la seconda guerra mondiale. Fu in quel periodo che sia l’attrezzatura, sia i metodi di estrazione e trasporto del calcare vennero ampliati e modernizzati. Negli anni 50 la cava venne nazionalizzata, poi privatizzata dinuovo e cambiò molti proprietari.


L’estrazione continuò fino agli anni 60 ed il calcare veniva usato come materiale per le riparazioni stradali. Finalmente, nel 1963 si mise in funzione una nuova cava più moderna nelle vicinanze ed i
Solvayovy lomy furono completamente abbandonati.

Progetti di sviluppo futuro

L’ultimo progetto portato avanti dall’associazione Barbora è la riparazione della locomotiva a vapore 800 B 50 delle Ferrovie Ceche. Si tratta di un’attività molto costosa (si narra che l’intero intervento superi il milione di corone ceche) ed ogni offerta o supporto sono benvenuti.

Come raggiungere i Solvayovy lomy

Da Bubovice:
Con una camminata di poco più di 1 km completamente in piano fino al museo. Si arriva a Bubovice sia con la macchina, sia con l’autobus 311 da Zličín.

Da Loděnice:
Si segue il sentiero blu, che parte dalla stazione dei treni e porta su fino alla cava. Armatevi di scarpe resistenti e comode, perché si deve camminare per 3,5 km con un dislivello di quasi 200 m,  Se non si ha la macchina, si raggiunge Loděnice o con il treno da Praha Smíchov o con gli autobus 380 e 384 da Zličín.

Da Svatý Jan pod Skalou:
Il percorso è all’incirca di 2 km, con 200 m di dislivello. Si segue prima il sentiero rosso e poi uno verde.
Con i mezzi pubblici si deve prima arrivare a Loděnice o a Beroun e poi prendere un autobus da li. Se da Loděnice vedi sopra, se da Beroun l’autobus è il 425.

Si raggiunge lo skanzen anche in bicicletta direttamente da casa vostra, oppure prendete la metro fino a Stodůlky ed iniziate a pedalare da li.

Dopo aver visitato lo skanzen si può continuare la camminata, fino a raggiungere la rocca con la croce, da cui si ha una vista stupenda sul paese sottostante Svatý Jan pod Skalou e sulle colline tutt’intorno. Tutti i sentieri sono marcati e chiaramente visibili.


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Marci Muchomůrka
Marci Muchomůrka
La papessa | Ameba cittadina del mondo. Proviene dalla città eterna ma sogna di stabilirsi in Kyrgyzstan per aprire un import-export di olivello spinoso. Prima di trapiantarsi a Praga ha fatto l'interrail dei luoghi più piovosi d'Europa, che comincia in Irlanda, passa dai Carpazi e finisce a Udine. Nel frattempo, per Italia Praga One Way scrive di temi e luoghi che non interessano a nessuno, ricevendone come guiderdone 1L di succo di zenzero e curcuma ogni mese.
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