Il governo ceco oggi ha ordinato il prolungamento dello Stato di emergenza (nouzový stav) per due settimane nonostante la Camera dei deputati* si fosse opposta.
Ovviamente questo prolungamento dello Stato di emergenza non è dovuto al fatto che oggi il premier Andrej Babiš si è svegliato e ha detto “io so’ io…”: la richiesta di prolungamento è giunta dai presidenti delle 14 regioni ceche (“presidente della regione” in ceco si dice hejtman) e approvata. Va anche detto che di questi 14, solo quattro hejtmani sono dei partiti di governo, mentre nove sono di opposizione e uno (quello di Karlovy Vary) rappresenta un partito locale.
Ma non è che sia andato tutto proprio liscio. Gli hejtmani hanno discusso piuttosto a lungo se chiedere al governo il prolungamento. Alcuni non volevano e così hanno raggiunto un’intesa secondo cui, oltre alla richiesta congiunta per il prolungamento dello Stato di emergenza, impone a Babiš & co. una serie di condizioni da rispettare entro marzo.
Il che ci lascia tutti con tante belle domande e il rammarico di non poter andare in hospoda domani**.
Il governo può fare una cosa simile?
La camera dei deputati ceca ha respinto il prolungamento dello Stato di emergenza giovedì. Oggi il governo lo ha prolungato su richiesta degli hejtmani. I presidenti della regione sono più importanti della camera? A occhio no, anche perché la ČR non è uno Stato federale e non ha nemmeno regioni a statuto speciale. Diversi parlamentari dunque dichiarano che la misura è anticostituzionale. Ma sono tutti di opposizione.
Cambia qualcosa?
Sì ma non molto. Da domani, nell’ordine:
- tutti gli uffici pubblici (tipo la posta) saranno aperti secondo l’orario standard (richiesta degli hejtmani);
- anche le biblioteche funzionano con okénko;
- è ora possibile sostenere esami di riparazione presso scuole secondarie e conservatori;
- è possibile indire liberamente riunioni aziendali (prima vi era un limite di persone).
Cosa chiedono gli hejtmani al governo?
Si è detto che gli hejtmani hanno posto una serie di paletti al governo.
Essi sono (fonte SeznamZprávy, secondo indiscrezioni rilasciate dallo hejtman di Pardubice, Martin Netolický, che è uno dei quattro ad appartenere a un partito di maggioranza):
- il governo deve discutere e approvare la “legge pandemica” (proposta dai Pirati) entro il 1° marzo. In questa legge dovrebbe essere spiegato chiaramente cosa fare in caso di pandemia e come comportarsi a seconda della gravità della situazione. Va da sé che se questa legge viene approvata basta seguirla e il nouzový stav non serve più.
- riapertura delle scuole il 1° marzo. Cosa che, per come è stata messa giù dagli hejtmani, significa “il governo ha 2 settimane per far vaccinare tutto il personale pedagogico”.
- un piano di allentamento progressivo delle restrizioni (con ovvie contromisure per far fronte alla pandemia), nonché di riapertura di tutti i settori di vendita al dettaglio.
- procedure di test rapido obbligatorie in tutte le aziende di grandi dimensioni
Tutto questo, ripetiamo, in 14 giorni.
Note
* Di fatto senza il nouzový stav il governo non può ordinare che una intera categoria di attività resti chiusa. Senza il nouzový stav solo l’ispettorato dell’igiene può sbarrare un luogo. Uno alla volta però, non tutti assieme. Quindi tecnicamente le hospody avrebbero potuto aprire con buona pace del PES.
** La ČR ha anche il senato ma è un paese a bicameralismo imperfetto. Vale a dire che per la roba seria si esprime solo la camera bassa, mentre quella alta non viene interpellata.
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