Lo scorso anno, quando in Italia c’era il referendum, nel nostro gruppo era tutto un fiorire di inni a Grillo e insulti a Renzi, tanto che i treni per la Siberia partivano a cadenza tetragiornaliera. Ora che mancano 9 giorni alle elezioni ceche c’è un clima di pace e tranquillità che manco un convento di frati trappisti dopo che hanno assaggiato la birra nuova. Ritenendo sia più importante seguire la politica del paese in cui vivi (ovvero quella che effettivamente tende a fregarti) e non quella del paese in cui sei nato (che non può far molto una volta che emigri), ritengo opportuno fornire una panoramica di queste elezioni parlamentari ceche.
Cosa votano i cechi:
I cechi voteranno solo la camera dei deputati. Il senato si vota a parte e in altro modo – a rotazione, un terzo dei senatori ogni due anni. Si vota il venerdì e il sabato della prossima settimana.
Che partiti voteranno i cechi:
Sulla base delle ultime proiezioni, i cechi dovrebbero votare questi partiti e in questo modo:
Ano – 27%. Partito che ha fatto parte dell’ultima coalizione e probabilmente vincerà a mani basse. Guidato da Andrej Babiš, che nell’ultimo governo è stato ministro delle Finanze. Figura talmente discussa da essere abbastanza conosciuta anche in Italia. Babiš infatti controlla una delle più grandi holding private del paese, oltre la metà dei giornali ed è al centro di alcune indagini per corruzione. Da ministro ha prodotto la legge che ha fatto più discutere negli ultimi 4 anni. Che non è quella sul fumo ma quella per la creazione di un Registro informatico delle transazioni commerciali (detto Eet). Valutata da un italiano, dovrebbe essere una semplice misura volta a contrastare l’evasione fiscale ceca (ma tanto Babiš è slovacco). Le polemiche però ci sono state prima, durante e dopo l’entrata in vigore, infatti ci sono ancora e terranno banco almeno per tutto il primo anno della prossima legislatura. Oltre a questo, le casse dello Stato si sono parecchio rimpinguate (figuratevi quelle di Babiš) e l’economia ceca (e probabilmente anche qualche finanziamento europeo) va dove vuole lui – in salita e sempre meglio. E ciò nonostante, Ano non pensa di andare al governo.
Čssd – 13%. Partito socialdemocratico. Partito di governo uscente, negli ultimi 4 anni ha perso moltissime preferenze in favore di Ano, sebbene scandali e dibattiti riguardino quasi solo Ano. Oltre a questo, Čssd è riuscita ad aumentare sensibilmente gli stipendi cechi (ma tanto qui a Praga non ce ne siamo accorti perché case e affitti sono cresciuti molto più in fretta). Assieme ad Ano, Čssd ha sfruttato relativamente bene il momento congiunturale di crescita economica. Čssd è tra i partiti meno euroscettici di tutto il V4 e ultimamente pare vogliano l’euro (ma non è solo per questo che perdon punti). Son dei bravi bimbi, anche se un po’ grigi.
Ksčm – 12%. Tecnicamente partito comunista, in realtà partito di destra conservatrice. Io non ho altro modo di definire un partito così: sono 30 anni che storia e popolazione gli hanno fatto ampiamente capi di aver sbagliato tutto lo sbagliabile; ma loro, invece di cercare nuove vie al socialismo, continuano a dire che sarebbe meglio riportare tutto com’era prima, tra l’altro con un piglio puritano-indignato tipo la nostra DC. Se non è destra questa… Comunque continueranno ad arrivare in parlamento fino alla completa estinzione di chi non ha smesso di votarli dopo il 1989.
Spd – 9%. Partito della democrazia diretta. Laddove “democrazia diretta” credo significhi “linciare rom, negri e immigrati come meglio ci pare”. È un partito di destra populista (che è una cosa diversa dalla destra estrema) che si oppone a immigrazione, euro, Ue e più o meno a qualsiasi cosa che sta sulle balle alla gente. Tanto qua l’obiettivo è arrivare in parlamento, mica fare cose. Basta aggiungere che la Spd è guidata da uno che si chiama Tomio Okamura, è per metà giapponese e nel 2011 si è candidato presidente all’insegna di 2 priorità: integrazione degli stranieri e adozione dell’euro. Robe che “Pierferdi levati proprio”, ma i cechi lo votano lo stesso.
Ods e Top09 – 7%. Sono lo stesso partito ma non lo sanno. Una è sulla scena dagli anni ’90, l’altra dal 2009. Sono di destra e quindi vogliono “meno tasse per tutti”. Sono stati al governo insieme dal 2010 al 2013, poi hanno avuto un rovescio di fortuna perché 3/4 di quel governo è finito al centro di qualche scandalo e successivamente al gabbio per corruzione (nel 2012-13 c’era un arresto alla settimana e i motivi erano sempre diversi, mica posso raccontarveli tutti). Il partito che ha registrato il maggior numero di arresti non esiste quasi più, Ods e Top09 cercano di andare avanti. Ora come ora sono dei bravi bimbi pure questi, almeno in teoria.
Pirati – 7%. Partito stile M5S degli inizi, ma con più anni di attività e meno spina dorsale (quindi riescono a non risultare particolarmente odiosi). Partito che vuole una politica pulita e senza personaggi “oscuri”. Poi quando Babiš la settimana scorsa ha detto “forse coi Pirati il governo lo farei, ma quelli vogliono stare all’opposizione”, i Pirati hanno teso timidamente la manina.
Kdu-čsl – 6%. Sigla che sta per “Unione Cristiana e Democratica – Partito Popolare Cecoslovacco”. E niente, fa già ridere così.
Gli altri non dovrebbero superare lo sbarramento del 5% e la Slovacchia insegna che già 8 partiti in una sola camera sono decisamente troppi.
Previsioni
Non ne faccio, o meglio, le faccio a caso. Verrà fuori un governo di coalizione come quello appena finito, solo che i ruoli tra Ano e Čssd saranno invertiti. Primo ministro, con un astuta mossa padronale, non sarà nominato Babiš ma Martin Stropnický (ora ministro della Difesa), che i sondaggi danno per parecchio apprezzato. E a noi torna bene perché Stropnický ha lavorato a Roma e parla italiano.