Cerchiamo con il presente di fare un po’ di chiarezza sui rapporti tra Repubblica Ceca e Unione Europea. Le politiche nazionali, in effetti, hanno preso, da un po’ di anni a questa parte (dal 2007 circa), ad utilizzare l’Ue come una sorta di capro espiatorio a cui attribuire origini di problemi e verso cui indirizzare l’acidità dei cittadini. La situazione però non è così semplice.
Di fatto, l’Ue non è solo un’entità politica che ti proibisce di usare il pomazánkové máslo perché fa male, che ti proibisce di chiamare il tuo vino “Tocai” perché la regione di Tokai è in Ungheria, che ti obbliga a prestare soldi alla Grecia anche se la Grecia non se lo merita*.
In effetti, non è neppure quella entità che può obbligare gli Stati a fare cose che non vogliono, soprattutto se gli stati “fighi” decidono di comune accordo di fregarsene delle ragioni e dei principi su cui hanno fondato la loro Unione.
Ma l’Ue, anche e soprattutto per i paesi del cosiddetto “blocco orientale”, è una grossa fonte di entrate finanziarie. Questo perché quei paesi, avendo economie “meno sviluppate” devono raggiungere il livello di vita dell’Europa occidentale (la convergenza di cui già abbiamo parlato). Sono i cosiddetti fondi strutturali, emessi nei cosiddetti “periodi di programmazione” (2007-13, 2014-20). Tali fondi possono essere comunque usati fino a due anni oltre il termine di scadenza (ovvero il 31 dicembre 2015 per il periodo 2007-13).
Nel periodo 2007-13, la ČR ha ricevuto da Bruxelles 26 miliardi di euro, vale a dire che Bruxelles per 5 anni di fila ha contribuito a circa il 6% del Pil ceco. È il paese membro che ha ricevuto più soldi per quel periodo.
Oltre a questo, la svalutazione della corona del novembre 2014 ha prodotto un aumento di denaro. Nel 2013 infatti il cambio era di 23:1, i 26 miliardi di euro erano 598 miliardi di corone. Portando il tasso a 27:1, la somma è aumentata di oltre 100 miliardi di corone. Ovviamente l’amministrazione ceca non aveva previsto la svalutazione, e si è trovata così davanti al problema di smaltire la somma in 13 mesi. Questo, tra le varie cose, ha prodotto l’esplosione di cantieri su strade, autostrade e ferrovie davanti a cui ci siamo trovati nel 2015.
Per il periodo di programmazione 2014-20, secondo quanto riporta il ministero dello Sviluppo regionale, i fondi strutturali erogati da Bruxelles ammontano a 646 miliardi di corone. Le cifre, dunque, non cambiano molto, e l’Ue continua a contribuire per circa il 5% del Pil nazionale ceco.
*Tra l’altro, la Repubblica Ceca è stata interessata relativamente poco dal meccanismo salva stati in quanto non aderente all’Euro.