L’Istituto Italiano di Cultura di Praga (IIC) apre le porte alla Giornata nazionale delle famiglie al museo (F@MU), tagliando il traguardo come primo luogo della cultura italiano all’estero a partecipare all’iniziativa.
Accogliendo il tema di F@MU 2019, “C’era una volta nel Museo” l’IIC partecipa alla Giornata nazionale delle famiglie al museo con il proprio ventaglio di secoli che narrano una storia italiana nel cuore di Praga lunga oltre quattrocento anni.
La giornata interessa ogni anno centinaia tra istituzioni ed enti culturali d’Italia; è rivolta principalmente a famiglie con bambini di età compresa tra i cinque e gli undici anni, che per l’occasione saranno coinvolti in una speciale visita attiva.
Domenica 13 ottobre, infatti, l’Istituto aprirà le porte ai piccoli ospiti e alle loro famiglie, focalizzando l’attenzione sui propri spazi nel centro dell’Europa. Sarà offerto ai visitatori un percorso di grande respiro storico e artistico volto a riscoprire quelle radici che fanno della comunità italiana a Praga una delle più antiche presenti sul territorio. Un percorso tematico sulla vita dell’Istituto dalla fine del Cinquecento al XXI secolo attraverso antichi documenti d’archivio e lo splendore della propria architettura.
Inoltre, i ragazzi parteciperanno attivamente alla costituzione di una “Congregazione dei Piccoli Italiani di Praga”. Il racconto dell’Istituto Italiano di Cultura si apre con le cronache della Congregazione Italiana di Praga, costituita nel lontano 1573.
Storia dell’ospedale degli italiani
Nata sotto il motto “Pro deo et paupere”, la Congregazione fu la prima istituzione di carattere laico a divenire un punto di riferimento per la numerosa comunità italiana di Praga, per la maggior parte costituita da architetti, muratori e scalpellini impiegati presso la corte imperiale.
Dediti alla solidarietà verso il prossimo, i congregati furono impegnati nell’aiutare le fasce più deboli della città senza alcuna distinzione di religione e nazionalità e, agli inizi del Seicento, eressero un luogo di carità presso il monte San Giovanni a Malá Strana, che prese il nome di Ospedale degli Italiani.
Nell’area dell’Ospedale fu anche eretta una cappella barocca, con volte in grisaille, consacrata nel 1617 e ancora parte integrante dell’Istituto. Nel corso dei secoli la Congregazione si distinse per la sua attività all’interno dello scenario urbano boemo. Questo attirò la benevolenza degli imperatori, da Rodolfo II in poi, che onorarono questo sodalizio con speciali privilegi.
Nel 1804 l’ospedale fu convertito in un orfanotrofio i cui bambini potevano non solo alloggiare, ma anche studiare e apprendere un mestiere. Infine intorno al 1942 i congregati decisero, di comune accordo con l’allora Regio Consolato Generale d’Italia a Praga, di cedere allo Stato italiano gli edifici di loro proprietà affinché si costituisse una nuova realtà dalla quale, nella seconda metà del ’900, nacque l’attuale Istituto Italiano di Cultura.
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