CZizincii è un documentario che racconta la vita di noi stranieri nella ČR, fortemente voluto dall‘italiano Emanuele Ruggiero, e dal portoghese António Pedro Nobre, entrambi stranieri che vivono a Brno. António da diversi anni ed Emanuele da quasi tre anni. Scopo del film è quello di documentare la vita di noi stranieri qui in Repubblica Ceca. Per caperne di più abbiamo incontrato Emanuele.
Cosa vi ha condotto qui?
Entrambi abbiamo gli affetti qui. Si parla sempre di una donna no? Lo so, sembra un clichè, anzi lo è. Devo dire che comunque ho messo piede la prima volta a Brno nel 1996. Ho conosciuto la mia futura moglie a Milano quell’estate, studiava italiano, e da quel dì non ci siamo più lasciati. Quindi per 17 anni ho frequentato la Repubblica Ceca, venendo almeno tre volte all’anno, e ora ci vivo. António si definisce “Un viaggiatore, scrittore, regista”. Nel 1997 ha iniziato a lavorare, nell’ agenzia pubblicitaria McCann Erickson. Dal 2001 ha lavorato freelance, in programmi televisivi, spot pubblicitari, video musicali e filmati aziendali. Dal 2006 collabora con Česká Televize. Si è specializzato in video musicali e documentari. Io sono un regista freelance, produttore, direttore della fotografia, e giornalista dal 2001. Ho lavorato 23 anni nel mondo dello spettacolo partendo da 10 anni di teatro e in film e produzioni cinematografiche. Sono stato per due anni regista per la Shoah Visual History Foundation di Steven Spielberg, che si è occupata di intervistare i sopravvissuti dell’olocausto. Ho lavorato dal 2000 al 2012 nel gruppo di regia della soap opera italiana 100Vetrine che due anni fa ha chiuso i battenti. Approfittando di quell’occasione, ho deciso di trasferirmi a Brno con mia moglie e mio figlio (oggi quasi tredicenne) per cambiare totalmente, per motivi finanziari, culturali, personali.
Come vi è venuto in mente il progetto?
Nel 2010 abbiamo ricevuto l’offerta di fare un documentario sugli stranieri che vivono nella Repubblica Ceca. António, come regista e come straniero che vive da molti anni in questo paese, ha avuto l’opportunità di condividere la sua esperienza e quella di altri attraverso dei video diari. Il film risultante, “Czizinci” è stato proiettato in tutto il paese.
Perché avete voluto girare un seguito?
CZicincii non è un sequel. Si tratta di un nuovo film. Abbiamo cercato di dare ai cechi una visione diversa del loro paese e della società attraverso gli occhi degli stranieri che vivono qui, così come immigrati cechi che vivevano o vivono tuttora all’estero. Attraverso un ritratto dell’immigrazione nella Repubblica Ceca dai primi giorni dopo l’invasione sovietica fino alla recente crisi migratoria. Abbiamo avuto un approccio visivo diverso dal precedente cercando sempre di avere uno stile più cinematografico. Il film è in cinque lingue, Ceco, Inglese, Francese, Spagnolo ed Italiano. Cosa dobbiamo aspettarci dal film?
Tutti i protagonisti sono persone reali, provenienti da molte nazioni, gruppi etnici, professioni e ambienti sociali, dei quattro continenti. Da un professore canadese ad un illusionista spagnolo, da un musicista iraniano a un ex studente del Congo che è arrivato nel periodo comunista, da un maestro filippino che vuole insegnare ceco ad un inglese che ha dedicato gli ultimi anni nel creare un percorso in 3d della famosa Villa Tugenhadt e ora vive con la moglie vietnamita e il loro figlio nato in India, e molte altre personalità davvero interessanti. Vogliamo promuovere il multiculturalismo in Repubblica Ceca, un paese che ha secoli di condivisione di esperienze, tradizioni e culture.
Come è stato finanziato il film e come pensate di promuoverlo?
Il film è stato finanziato oltre che dalla mia casa di produzione, Kinovision, con il supporto economico del comune di Brno, del Brno Expat Center, Uniqua e Foreigners.cz. Abbiamo il Patrocinio della Ambasciata d’Italia a Praga, dell’Istituto italiano e Portoghese di Praga, del sindaco di Brno Petr Vokřál e di Alliance Francaise.
A cosa è dovuta l’aggiunta di „Mygranti“ sulla pagina facebook?
Ad un certo punto della produzione, il documentario ha preso da solo una svolta diversa, concentrandosi sulla questione dell’immigrazione. In esso abbiamo dei protagonisti stranieri e cechi che sono stati migranti, sia in passato che oggi, e riteniamo dunque che il focus sia anche su questo argomento.
Dopo l’insorgere della crisi migratoria avete notato una differenza di approccio verso gli stranieri da parte dei cechi?
Generalmente i cechi non sono razzisti. La Repubblica Ceca è un ottimo paese in cui vivere. Però è vero che certi atteggiamenti stanno cambiando in negativo. Ci sono diverse manifestazioni anti islam e anti migranti. Ma i numeri mi sembrano insignificanti. Il mio consiglio agli stranieri però è di non andare in giro a cercare occasioni di razzismo e discriminazione, perche se le si cercano è facile trovarle. Ma tutto il mondo è paese.
La Boemia e la Cecoslovacchia hanno una storia segnata da dominazioni straniere, non particolarmente piacevoli. Pensate che l’approccio ceco in generale verso gli stranieri ne risenta ancora?
Più che altro ne risente un certo tipo di approccio con le persone. Spesso e volentieri i cechi hanno un atteggiamento burbero e scontroso, che con gli stranieri si evidenzia un pò. Ma lo sono di natura, sono freddi, questo è dovuto appunto dal fatto di aver passato quasi mezzo secolo sotto il regime comunista che ha azzerato quasi i rapporti interpersonali sotto un velo di paura. Ci sono barriere che non riescono ancora ad essere infrante.
Sapete il ceco? A che livello? È utile saperlo o basta l’inglese per sopravvivere? Come valutate gli stranieri che non imparano il ceco?
Entrambi parliamo ceco. António lo sa molto bene ed io lo parlo abbastanza, non soltanto per farmi capire, ma anche intavolando discorsi un pò più difficili. A Brno il problema della lingua si pone al contrario. E’ una città multiculturale ed in percentuale rispetto a Praga, ha molti più stranieri, dovuto al fatto che da qualche anno essa ha accolto le più grandi società IT del mondo, come Microsoft, Red Hat, Zebra Tech, At&T, IBM (Brno è definita la Silicon Valley europea), che stanno sempre assumendo personale. A Brno arrivano almeno 2 italiani alla settimana, figurarsi altri stranieri.
Ci sono aspetti della vita ceca che vorreste portare nel paese natale?
L’aspetto che più mi colpisce è il livello di educazione civica e rispetto per le regole. Regole appunto che vengono e vanno rispettate. Se non vengono rispettate il rischio è letteralmente quello di perdere tutto ed anche la propria libertà individuale, in tempi brevissimi. La Repubblica Ceca è una nazione di giovani, la crescita del Pil è al 4%, la disoccupazione pure, c‘è maggiore spazio ai bambini, il trasporto pubblico è fenomenale, la sanità è per certi versi gratuita, studi gratuiti (università compresa) con un buon livello di scuola e moltissime possibilità. Non solo di lavoro ma anche di un futuro migliore, cosa che credo gli italiani abbiano perduto. Se in Italia ci fosse tutto questo, avremmo risolto la maggior parte dei nostri problemi. È questo un paese in cui c’è più libertà nell’essere, nel mostrarsi per quello che si è, senza condizionamenti esterni. In cui si vive più tranquilli, a misura d’uomo. Al parco puoi trovare di tutto: acrobati sul filo, esercizi di cappa e spada (vere), yoga, thai ci chuan, giocatori di bocce, fresbee, tiro con l’arco, o famiglie intente a consumare il pic-nic, tra giovani che fumano erba e studenti che studiano alacremente, mentre i bimbi giocano. Il tutto nel rispetto del prossimo, senza disturbare. Una nazione in cui si pratica parecchio sport e si ama la natura. Le città nei weekend si svuotano letteralmente.
Ci sono invece cose che ancora non capite o non vi piacciono della vita qui?
Ogni paese ha metodi e tradizioni diverse. Bisogna saper comprendere e conoscere col tempo certi atteggiamenti e modi di fare: nelle Istituzioni, nel sociale, nella vita comune, che i cechi si portano dietro e che spesso non sono molto comprensibili (il retaggio austroungarico è forte). Certo, manca l‘affezione tipicamente mediterranea nei rapporti umani che hanno gli italiani, ma è vero che i cechi, anche se più freddi, si scaldano col tempo. Cose come la mancanza di uno stile definito nel vestire, o le differenze gastronomiche pesano parecchio per un italiano che arriva qui con l’idea di vivere similmente al proprio contesto sociale passato. Quello che mi manca: Mare, caldo per alcuni mesi in più, meno freddo, cibo mediterraneo, pesce. Il profumo ed i colori dei mercati rionali.