Con la ristrutturazione del castello di Praga Jože Plečnik divenne l’architetto del presidente.
Al suo insediamento, il presidente Masaryk trovò il castello di Praga in pessime condizioni. La maggior parte degli edifici, dei cortili e dei giardini erano devastati e trascurati. Volle avviarne il restauro per fare del castello la sede e il simbolo della democrazia della nuova Repubblica Cecoslovacca.
L’intera disposizione del castello, sia all’esterno, che all’interno, doveva essere allo stesso tempo semplice e artisticamente nobile, così a simboleggiare l’idea di indipendenza e di democrazia della nazione. Con lo stesso spirito doveva essere regolamentata anche tutta l’area nei dintorni.
Per questo fine, Masaryk scelse lo sloveno Jože Plečnik, poiché vedeva in lui un architetto capace di unire l’architettura storica ed elegante a una pura modernità. Il compito di Plečnik non era quello di erigere nuove palazzi, ma di dare un nuovo contesto al vecchio simbolo della storia cecoslovacca. Plečnik doveva creare una forma architettonica appropriata alle idee di Masaryk.
L’architetto Jože Plečnik era un esempio unico sulla scena architettonica europea del tempo. Il suo stile aderiva alle forme tradizionali, applicate con coraggio, e nel contempo si basava sullo sviluppo della tecnologia e sull’espansione del cemento armato.
Masaryk approvava le idee e i progetti di Plečnik e tra i due c’era un’intesa. Entrambi consideravano la nuova architettura libera dal legame con Vienna, con l’antico impero e con il passato. Nonostante ciò, la soluzione architettonica finale di Plečnik fu all’epoca aspramente criticata. Ricordiamo anche che Plečnik era uno straniero in terra cecoslovacca e per quanto fosse un professore nella Scuola delle Arti Applicate, non si integrò mai completamente e non apprese il ceco. Difatti, la lingua in cui comunicava era il tedesco dell’impero austro-ungarico.
Il progetto del castello di Praga
Dal 1920 al 1934 Plečnik completò vari progetti intorno al castello. Si occupò del rinnovamento di alcuni appartamenti presidenziali e creò una stanza unica con colonne doriche astratte. Inoltre, trasformò gli spazi esterni rendendoli fruibili al pubblico: ripavimentò i cortili e convertì le antiche mura difensive che dominano la città in un giardino adornato con scale, fontane e colonne.
Per la ricostruzione del castello, Plečnik si ispirò al palazzo imperiale della Roma antica come tipo di edificio perfetto per l’architettura residenziale.
La Sala delle Colonne
La Sala delle Colonne (Sloupová síň), detta anche la Sala di Plečnik (Plečnikova sloupová síň) era la stanza di ricevimento per le visite di stato. La sala si trova accanto alla porta di Mattia (Matyášova brána), nel passaggio tra il primo e il secondo cortile a sinistra e costituisce l’ingresso principale al complesso del castello di Praga.
Plečnik volle creare un’entrata solenne e per questo si fece ispirare dal tempio greco. Su entrambi i lati della sala si estendono tre serie di colonne, suddivise su tre piani. Nei primi due piani i capitelli sono dorici e all’ultimo piano sono ionici. Le linee di colonne hanno il duplice ruolo di nascondere l’irregolarità delle finestre e di lasciar entrare la luce. Difatti, la Sala delle Colonne è una delle zone più luminose del complesso del castello di Praga.
Il soffitto della stanza sembra fatto di pelle e allo stesso tempo di lamiera di rame. Al centro del soffitto è presente un leone dorato, creato dallo scultore Karel Štipl, secondo il progetto di Plečnik.
La scala che si vede oggi non fa parte del progetto originale e venne costruita negli anni 70 per facilitare l’accesso alla Sala degli Spagnoli (Španělský sál) attraverso la Sala Rothmayer (Rothmayerův Sál) e il Corridoio a Cuneo (Klínová chodba).
Il Giardino dell’Eden
Tra il 14 e il 17 luglio 1920, l’architetto sviluppò una serie di dieci progetti per il Giardino dell’Eden (Rajská zahrada), la parte più a ovest dei giardini, situata di fronte alla facciata meridionale del castello, che si affaccia sulla città.
Nei primi disegni Plečnik concepì il giardino come un antico ippodromo greco o romano. Forse, si ispirò al fatto che Masaryk amava i cavalli e si faceva spesso vedere in giro in sella a un cavallo. O forse riprese l’idea delle ville patrizie, in particolar modo quella di Plinio Il Giovane, in cui l’ippodromo era un elemento immancabile.
Successivamente, Plečnik abbandonò l’idea dell’ippodromo e tornò al concetto del giardino rettangolare a comparti. Da un lato sviluppò un’ampia scalinata e al centro del giardino installò una fontana scolpita in un enorme blocco di granito. In realtà non si tratta di una fontana, ma solo di una scultura a forma di ciotola.
L’obelisco
L’obelisco era un attributo dell’ippodromo nell’antico mondo greco e romano. Plečnik prese questo elemento per tramutarlo nel simbolo della nuova era democratica della nazione.
L’idea iniziale era di collocare l’obelisco al centro del Giardino dell’Eden.
Il progetto della colonna monumentale prevedeva una fiamma in cima costantemente accesa, a onorare i legionari che parteciparono alla prima guerra mondiale e che contribuirono alla creazione della Cecoslovacchia.
Plečnik voleva che l’obelisco fosse in un unico pezzo, in quanto lo considerava un punto focale nel suo progetto di riorganizzazione dell’area del castello.
Purtroppo, la prima estrazione dalla cava di granito non andò a buon fine. Una seconda estrazione avvenne con successo, ma l’obelisco si fratturò durante il trasporto. Una terza e finale estrazione produsse un obelisco di soli 15,5 metri, molto più piccolo di quello progettato. L’architetto fu talmente deluso che lo ignorò per quattro anni.
Masaryk e sua figlia Alice lo incoraggiarono a completare il progetto. Plečnik, quindi, modificò l’obelisco, creandone una versione molto più semplice e lo collocò nel Terzo Cortile del castello (dove si trova ora).
La Scala del Toro
Uno dei compiti principali della Scala del Toro (Býčí schodiště) era, ed è tuttora, quello di collegare il Terzo Cortile, sede dell’obelisco, al giardino di Na Valech. Tutto ciò per rendere i locali del castello di Praga accessibili al pubblico e offrire una vista mozzafiato del panorama sulla città.
L’ingresso delle scale è un baldacchino incorniciato da quattro colonne con davanzali in marmo. Sui ogni colonna si trova un toro in bronzo, che sorregge una trave cilindrica con decorazioni in rilievo dorate, su cui è poggiata una lastra di bronzo curvata.
Si dice che Plečnik si sia ispirato alla scala del palazzo reale di Cnosso, a Creta, scoperto proprio in quegli anni. Il muro tra le due rampe di scale del palazzo era sostituito da una colonna, una disposizione architettonica innovativa al tempo.
Il giardino sui Bastioni (Zahrada na Valech)
La caratteristica dominante del giardino sui bastioni è il belvedere di Plečnik (Plečnikova vyhlídka). Purtroppo, però, andò in pezzi dopo un crollo e fu riparato solo nel 1996.
Durante la ricostruzione, il suddetto belvedere fu riportato alle condizioni originali, con tutti i dettagli che Plečnik aveva progettato, inclusa la ringhiera in pietra e la piramide.
Un altro elemento del giardino di Na Valech è il piccolo belvedere (malý belvedér). Il malý belvedér presenta colonne con capitelli in marmo, parapetti, anch’essi in marmo, e un pavimento coperto interamente da un mosaico con motivi etruschi. Dal piccolo belvedere si ha una vista esclusiva sulla chiesa di San Nicola (kostel sv. Mikuláše) di Malá Strana.
Plečnik creò anche due obelischi in arenaria nel giardino di Na Valech. Essi ricordano i luoghi in cui furono defenestrati Vilém Slavata, il viceré di Federico II di Asburgo, e il nobile Jaroslav Bořita di Martinice.
Sul versante orientale del giardino Plečnik fece costruire il cosiddetto Bastione Moravo (Moravska bašta), un pergolato che copre un tavolo ovale di granito. Vicino al bastione si erge un obelisco di granito alto 11 metri, la cui sommità presenta una testa ionica in arenaria che porta una sfera dorata con un fulmine.
Continuando nella parte orientale del giardino si raggiunge il monumentale Padiglione Bellevue (Pavilon Bellevue o Velká Vyhlídka). Fu creato da Plečnik nel punto in cui convergono i sentieri del parco, sotto l’ex Istituto delle Nobildonne, ed è oggi situato di fronte alla Fontana d’Ercole.
Il giardino di Na Baště
Il giardino di Na Baště (al bastione) si trova nella parte nord-occidentale del parco del castello. Il nome ricorda i resti di un’antica fortificazione medievale rinvenuta in questo luogo.
Il design moderno si ispira allo stile dei giardini italiani e giapponesi. Qui Plečnik realizzò una scala circolare, che congiunge il Quarto Cortile all’ingresso occidentale del castello, appianando il dislivello del terreno. La scala è progettata in modo tale che quando ci si trova al centro del pianerottolo si sente l’eco della propria voce.
Nella parte nord del giardino Plečnik realizzò anche un balcone panoramico, che termina con una balaustra in pietra. Da qui si estende la passeggiata di Plečnik (Plečnikova lávka), che porta da un lato al Fosso dei Cervi (Jelení příkop) e dall’altro alla porta Pacassi, ovvero la porta settentrionale.
Per raggiungere il Fosso dei Cervi si percorre la scalinata del Ciclope, realizzata con grandi blocchi di pietra irregolari.
Sotto il giardino di Na Baště Plečnik costruì un portico, che ebbe un destino piuttosto drammatico. Durante la guerra le arcate furono murate e lo spazio venne usato come rifugio per il presidente.
Il ristorante Na Baště, dietro l’angolo, segue lo stile architettonico di Plečnik, ma non fa parte del progetto originale. Fu costruito negli anni 60 dall’architetto ceco Miroslav Moravec, che si occupò anche della progettazione di diversi edifici del castello.
Masarykova vyhlídka
Nella metà degli anni 20, Plečnik costruì un belvedere semicircolare nel luogo in cui il presidente Masaryk amava sedersi sotto un tiglio secolare. Plečnik circondò il tiglio con una muretto, che funge anche da panchina.
Da questo luogo si ha una vista insolita della cattedrale di San Vito, del maneggio e di altri edifici. È un luogo magico e ancora poco conosciuto tra i visitatori del castello di Praga.
Come ultimo elemento da attribuire a Plečnik sembrerebbe ci sia anche l‘apiario di Masaryk (Masarykův včelín). L’idea di un apiario in legno venne insieme a Masaryk e Plečnik dopo aver visto un tipo di alveare insolito mentre erano in vacanza nel villaggio di Trnávka, in Slovacchia.
All’epoca, l’apiario era modernamente arredato ed era suddiviso in una metà con le api e una metà con un’officina e un favo.
Nel 1932, l’ambiente politico a Praga stava cambiato. Plečnik si rese conto che dopo le dimissioni di Masaryk da presidente non era più possibile per lui finire di persona il restauro del castello. L’opera incompiuta fu lasciata a uno dei suoi ex studenti, l’architetto Otto Rothmayer. Rimasto fedele al suo maestro, Rothmayer riuscì a realizzare i desideri e i progetti di Plečnik , sia per il castello, che per la Chiesa del Sacro Cuore di Nostro Signore.
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