Nel 1975 il poligono di tiro di Kobylisy è stato trasformato in un memoriale della Resistenza antifascista.
Nel 1890, l’area ai margini dell’allora villaggio di Kobylisy, situato a nord di Praga, era adibita a poligono di tiro militare. Inizialmente qui si esercitava la fanteria militare. Successivamente venne creata una scuderia e si iniziò a praticare anche l’equitazione.
Via Střelničná, che porta da Kobylisy a Střížkov e a Prosek, prende il nome proprio da questo luogo.
Durante l’occupazione nazista, il poligono fu utilizzato dalle SS e dalla polizia per gli addestramenti alle sparatorie. Inoltre, i tedeschi tramutarono le scuderie in prigioni per i detenuti e una parte del poligono in luogo di esecuzione.
I nazisti uccisero più di 500 patrioti cechi e combattenti della resistenza durante solo 35 giorni, esattamente dal 30 maggio al 3 luglio 1942. Tra loro vi erano dozzine di persone, compresi gli abitanti di Lidice, che vennero giustiziati in rappresaglia all’uccisione di Heydrich.
Dalla fine della guerra, nel 1945, l’area è stata convertita in un luogo di venerazione e dal 1978 è monumento culturale nazionale.
Sul sito delle ex scuderie oggi si trova un mosaico di Martin Sladký e di fronte ad esso c’è una croce e una scultura in bronzo di una donna che piange, dello scultore Miloš Zet.
Sulla parete di cemento, che corre lungo tutto il viottolo, sono appese alcune placche con i nomi di tutte le vittime. E in fondo al complesso, su un’altra parete in cemento, sono scolpiti alcuni versi del poeta Miroslav Florian:
ZASTAV SE NA CHVÍLI
KREV NAŠE VSTOUPILA DO TÉTO ZEMĚ
ALE MY ZNOVU SE VZPŘÍMILI
Traduzione: Fermati per un momento, il nostro sangue è entrato in questa terra, ma ci siamo alzati in piedi dinuovo.
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