Villa Tugendhat fu costruita tra il 1929 e il 1930 e fu la prima casa privata in Cecoslovacchia ad utilizzare una struttura portante in acciaio.
Nel 1928, Greta e Fritz Tugendhat decisero di costruire la propria casa di famiglia. Greta aveva ricevuto un terreno di 2.000 m2 come regalo di nozze da suo padre, un importante produttore tessile di origine ebraica, Alfred Löw-Beer. La coppia si rivolse all’architetto Ludwig Mies van der Rohe, uno dei pionieri dell’architettura modernista, che presentò il progetto di quella che sarebbe stata Villa Tugendhat alla fine dello stesso anno.
Il progetto dell’architetto Mies si basava sul concetto di un padiglione espositivo tedesco progettato per l’esposizione internazionale di Barcellona, adattato alle idee ed esigenze dei Tugendhat.
Purtroppo, i proprietari dovettero abbandonare la villa dopo soli sette anni, per sfuggire alla minaccia nazista. I Tugendhat fuggirono in Svizzera nel 1938 e i nazisti sequestrarono la villa, essendo proprietà ebraica. Durante l’occupazione comunista l’esercito sovietico si stabilì per un breve periodo nella villa, devastandola.
Nel 1950 Villa Tugendhat tornò in mano allo stato, fu restaurata grazie ai lavori promossi dall’architetto di Brno František Kalivoda e nel 1963 la si incluse nel patrimonio dei monumenti culturali nazionali protetti.
L’accordo per separare la Cecoslovacchia si decise qui l’8 giugno 1992 dal primo ministro della Repubblica Ceca, Václav Klaus, e dal primo ministro della Repubblica Slovacca, Vladimír Mečiar.
Dal 1994 il Museo della Città di Brno gestisce la villa. Successivamente, nel 2001 è stata iscritta nella Lista dei patrimoni mondiali Unesco. E, nell’estate del 2010, dopo molti ritardi, è iniziato un accurato restauro, che ha riportato la villa alla forma originale degli anni 30.
Descrizione della villa
La villa si estende su tre piani, si trova su un pendio ed è orientata a sud-ovest sul giardino sottostante. Sul lato della strada si nota solo un piano (che effettivamente è il secondo), in cui da un lato appare il portone d’ingresso alla villa e dall’altro l’entrata del garage, annesso all’appartamento dell’autista di famiglia. Un tetto comune collega le due unità su questo terrazzo d’ingresso, dando forma ad una cornice. Dall’ingresso si accede alle camere da letto dei Tugendhat, dei loro figli e della governante.
Una scala a chiocciola conduce al piano sottostante (il primo piano), dominato dallo spazio libero del salone principale, caratterizzato da grandi finestre scorrevoli, con vista oltre il giardino.
Le singole zone funzionali all’interno del salone si ricavano usando sottili pareti divisorie o tende. La zona pranzo è separata dal resto da un divisorio arrotondato in ebano Makassar ed una parete di onice del nord del Marocco, che al tramonto tinge la stanza di rosso, divide lo studio dall’area salotto.
I designers Lilly Reich, Hermann John Hagemann e Sergio Ruegenberg collaborarono al resto degli interni, insieme a Mies. In particolare, si menzionano i mobili in tubolare curvato (la sedia Brno, le poltrone Tugendhat e Barcelona) e i mobili da incasso, in pregiati legni duri, prodotti dalla ditta locale di interior design “Standard” di Jan Vaněk.
I locali di servizio sono accessibili dalla strada, attraverso un ingresso separato, e sono composti da cucina e vani per il personale domestico. Nel piano interrato sono presenti ampi locali tecnici.
I punti di forza dell’intero spazio abitativo riguardano la dotazione tecnica. Troviamo un ingegnoso sistema di climatizzazione che pulisce l’aria e la rinfresca con il sale marino e le grandi finestre a comando elettrico in telai metallici, che possono essere spinte all’interno del pavimento.
La zona pranzo consente l’accesso diretto sia alla terrazza, tramite una scala, che al giardino, progettato da Mies insieme all’architetto di giardini Markéta Roderová-Müllerová, di Brno.
Il principio di Mies si riassume nel “less is more” (meno è di più) e l’enfasi sui servizi funzionali ha creato una visione nuova e rivoluzionaria nell’architettura del primo 900. Mies ha utilizzato un’innovativa struttura, che gli ha permesso di fare a meno delle pareti portanti e di disporre dell’interno per ottenere ordine, equilibrio e libertà in uno spazio aperto al flusso, senza ostacoli. Proprio per questo, Villa Tugendhat rappresenta un perfetto esempio di prima architettura funzionalista.
Curiosità: All’interno della villa sono state usate mattonelle replica delle originali, entrambe prodotte dalla RAKO (già menzionata nell’articolo sul Dům Radost di Praga). Come parte dell’ultima ricostruzione di Villa Tugendhat, gli architetti, i restauratori ed il produttore di piastrelle volevano avvicinarsi il più possibile all’aspetto autentico. Quindi hanno collezionato campioni dalle piastrelle rimosse, il cui colore bianco era così tipico e apprezzato nella Cecoslovacchia dell’epoca, e su quella base la RAKO ha prodotto repliche delle piastrelle originali, seguendo tecniche e materiali innovativi.
Come raggiungere e visitare Villa Tugendhat
La villa si trova qui. Con i mezzi pubblici si hanno varie opzioni:
- Autobus 46 fino alla fermata Erbenova oppure autobus 67 fino a Schodová
- Tram 7 o 9 fino alla fermata Tomanova oppure tram 3, 5 o 9 fino alla fermata Dětská nemocnice.
La villa è aperta dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 17, con ultima ammissione alle 16.30.
I tour sono offerti in ceco, inglese e tedesco e sono di 3 tipi:
- tour di base di un’ora,
- tour completo di un’ora e mezza
- solo esterni, ovvero solo il giardino e i vani tecnici, senza guida.
Si possono comprare i biglietti online e bisogna tener conto che i tour in inglese sono limitati e spesso sono esauriti settimane, se non mesi prima.
Sul sito ufficiale si trovano tutte le informazioni riguardo la storia di Villa Tugendhat, l’architettura, le visite e gli eventi.
Leggi anche: Patrimoni Unesco cechi #9: Brno
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