Il consiglio comunale di Praga ha intenzione di unirsi all’iniziativa lanciata da altre città europee al fine di discutere la situazione intorno ai servizi di alloggio a breve termine per i turisti – in primis Airbnb.
In una lettera congiunta, 10 città europee hanno recentemente chiesto all’Unione europea di migliorare i quadri legislativi per le piattaforme di alloggio turistico.
“L’aumento dell’urbanizzazione, insieme all’aumento del turismo e alla persistente carenza di alloggi, sono i problemi principali che le nostre città devono affrontare. Uno dei problemi correlati è che è sempre più redditizio per i proprietari di immobili utilizzare le loro proprietà per affitti a breve termine. Questi affitti a breve termine sono principalmente destinati ai turisti, a spese della gente del posto e delle famiglie che vogliono vivere e lavorare nelle nostre città. Le nostre città attraggono costantemente studenti, insegnanti, operatori sanitari, agenti di polizia e tutti gli altri cittadini che vogliono trovarvi la loro casa. È nostra responsabilità accoglierli il meglio possibile. Tuttavia, la maggior parte delle nostre città affronta carenze abitative croniche”,
Così si legge nella dichiarazione, già sottoscritta dai municipi di Amsterdam, Barcellona, Berlino, Bordeaux, Bruxelles , Cracovia, Monaco, Parigi, Valencia e Vienna.
Una situazione già difficile
Tali problemi riguardano, ovviamente, anche a Praga. La capitale ceca, lo sappiamo benissimo, ha enormi problemi con i prezzi degli affitti. Tanto che, in proporzione, un appartamento a Praga costa più che uno in Germania. Negli ultimi 15 anni, per di più, la popolazione di Praga è aumentata di oltre il 12 percento, ovvero quasi 150 mila persone in termini assoluti. Allo stesso tempo, Praga è anche una destinazione popolare per i turisti di tutto il mondo.
Questo ha portato recentemente un aumento esponenziale dell’offerta di alloggi tramite Airbnb, piattaforma ancora relativamente poco regolamentata. Ragion per cui molti da queste parti hanno creduto che fosse un ottimo sistema di far soldi esentasse. Vale a dire senza nemmeno dichiarare che ospiti degli stranieri in casa facendoti pagare. Cosa che, se hai in casa gente col visto non hai solo problemi con la finanza, ma pure con la polizia vera. Conseguenza: focolai di blitz delle fiamme gialle ceche in giro per Praga lungo tutto il 2019.
Di fatto, comunque, anche se si fa tutto secondo legge, con Airbnb si ragranellano bei soldi.
I dati dell’Istituto di pianificazione e sviluppo di Praga (Institut pro Planování a Rozvoje IPR) mostrano che, ad esempio, nel 2017 circa 3 milioni di turisti sono stati accolti tramite Airbnb. Secondo i dati IPR, quasi 11.500 appartamenti sono utilizzati per alloggi a breve termine a Praga. Nella Città Vecchia, un appartamento su quattro è usato per Airbnb.
Dal punto di vista del confronto internazionale, i dati disponibili indicano che Airbnb offre più alloggi a Praga che a Budapest, Varsavia o Vienna. Praga ha anche una quota superiore alla media di interi edifici trasformati in Airbnb, il che significa che nemmeno il proprietario vive lì.
Questa situazione, in particolare nel centro, comporta vari fenomeni negativi: si va dal monitoraggio inefficace dal punto di vista fiscale al fastidio dei residenti locali nei confronti dei turisti fino ai rischi per la sicurezza associati alla presenza di un gran numero di estranei in le case.
Venendo alle richieste alla Commissione europea
Le città che hanno firmato la lettera vedono il problema principale nella legislazione obsoleta in termini di e-commerce, poiché è stata elaborata prima del rapido sviluppo di piattaforme online che offrono alloggi condivisi su Internet. Secondo le città, negli ultimi 10 anni si è registrato un aumento dei pernottamenti nelle città europee di oltre il 50 per cento.
Praga, come le città che hanno aderito alla dichiarazione, vede il problema più grande nel fatto che le piattaforme non sono obbligate a condividere i dati di affitto a breve termine. Questo causa appunto problemi di controllo per gli istituti di controllo finanziario, ma anche con la polizia per stranieri (che appunto si chiede dove vanno a finire tutti questi russi che vengono qui col visto).
Airbnb è stato introdotto per la prima volta nella Repubblica Ceca nel 2009. Analisi di esperti mostrano che il volume delle vendite di Airbnb a Praga ha già raggiunto il volume delle vendite delle strutture ricettive tradizionali, secondo CzechTourism. Oltre ad Airbnb, ci sono anche altri servizi disponibili sul mercato come Flipkey, HomeAway, House Trip, Vacation Rentals o Vrbo.
Fonte – Expats
Foto: Tiziano Marasco
Tipo licenza: usatela pure come che vi pare
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