Disclaimer: il presente articolo tocca un tema enorme che richiederebbe probabilmente molto più spazio. Su questo portale, purtroppo non lo abbiamo. E non abbiamo la pretesa che la nostra teoria assurga ad assioma di verità definitiva. Piuttosto, l’intenzione è mettere in evidenza alcune crepe nella teoria secondo cui la Repubblica Ceca non fa parte dell’Europa dell’Est ma dell’Europa centrale. E portare alla luce altri elementi che invece avvalorano questa teoria.
Italia, Grecia e Spagna sono paesi mediterranei. Ma la Croazia e l’Albania no. Croazia, Albania e Romania, invece, sono paesi balcanici. Ma la Grecia no, anche se dei Balcani è la punta. Germania e Svezia sono paesi nordici. Ma l’Estonia e la Lituania no. Infine, Repubblica Ceca, Germania e Austria sono Europa centrale. Almeno secondo i cechi (cui ultimamente si sono aggiunti gli ungheresi).
I cechi in effetti si inalberano parecchio quando la loro nazione è definita Europa orientale. È sempre stata una cosa che mi ha colpito. Senza andare a cercar lontano, questo fenomeno non si riscontra coi loro cugini, polacchi e slovacchi. È vero, i cechi dalla loro possono far notare che Praga è a ovest di Vienna. Ma anche Stettino lo è. E non è questo il punto. Il punto non è neanche il fatto che Onu e Nato stiano ridisegnando le sottoaree in cui l’Europa è ridivisibile.
Il punto è proprio che “Mediterraneo”, “Balcani”, “Nord Europa” non sono termini geografici, ma storici, politici e culturali. È inutile mostrare la locazione di un paese per dimostrare che sta da qualche altra parte. I Balcani, ad esempio, racchiudono una serie di paesi cui l’Impero ottomano ha rotto le balle. La Grecia esisteva prima e da quell’impero non è mai stata chissaché indipendente. L’Ungheria, al contrario, è stata sottomessa per una sola dozzina di anni.
Poche storie, dunque: Europa dell’Est, nella testa di una persona occidentale comune, è un concetto che include tutto quello che sta tra la Germania e la Russia (1) ovvero tutti i paesi del patto di Varsavia. Probabilmente polacchi, slovacchi, ungheresi ci han fatto il callo, anche se sotto il Patto di Varsavia stavano peggio. Gli sloveni, il callo, ce lo han fatto anche di più.
Ma uscirne è facile. Basta radere al suolo Jižní Město e qualche centinaio di sídliště disseminati nel paese, per cominciare. Almeno un buon 50% di quest’eredità verrebbe cancellata.
Il 50% di eredità non contenuto nella parola “sídliště” (o panelák) si trova invece in un’altra parola che fa della ČR un paese orientale: konvergence. Si tratta di un processo avviato dall’Unione europea che torna abbastanza frequentemente sulla stampa ceca, in particolare quando si parla di adottare l’euro. Ma non solo.
La Konvergence è il processo per cui, gradualmente, “i paesi dell’ex blocco comunista devono raggiungere, in termini di stipendi e livello di vita, i paesi occidentali”. Non ce lo siamo inventato, è la stampa ceca a dare questa definizione. E in linea di massima, la stampa ceca quando parla di “Europa occidentale” intende Germania – in senso buono (2). O forse addirittura Baviera.
Ecco questi sono i motivi per cui un “occidentale” (che non è un italiano, è proprio uno che fino al 1989 stava dall’altra parte della Cortina di ferro) collega il concetto di Repubblica Ceca all’Europa dell’est.
E questo è anche il momento di spiegare che, sotto vari altri aspetti, la Repubblica Ceca ha diritto ad essere considerata ANCHE Europa centrale. Non quella citata prima, quella che i cechi hanno creato per l’otrávení fatto di 40 anni di dominazione russa. 40 anni che hanno prodotto una curiosa amnesia di 400 anni di dominazione austro-tedesca. 40 anni che hanno indotto i cechi a voler dimenticare tutto e a creare un’Europa centrale di cui Polonia e Slovacchia (caso?) non fanno parte, quasi a voler dire “noi siamo meglio di loro”.
No, Europa centrale è un concetto politico e storico culturale che esiste. Traduciamolo in tedesco: “Mitteleuropa”. Che poi è il termine usato da Žižek nel video qui sopra. Insomma, l’Impero Asburgico. Potrei tralasciare, a questo punto, che, tra le varie cose, Austria in tedesco si dice Österreich. Potrei tralasciare che Öster-reich significa “impero dell’est”. Ma avendo fatto 30, perché non far 31.
Comunque sia, il termine Europa centrale è applicabile, bene o male, a tutte le regioni che hanno fatto parte per un periodo lungo dell’Impero asburgico. Esse sono: Austria, Alto Adige, Boemia, Moravia, Slesia, Galizia (Polonia e Ucraina), Transilvania e Banato (Romania), Ungheria, Slovenia, Venezia Giulia, Furlanija e Lombardo Veneto. Ma tant’è, volendo scremare al massimo questo concetto, potremmo togliere dalla lista i tocchi di Romania, Ucraina e magari Lombardo-Veneto (soprattutto Veneto, data la tradizione Serenissima che ha indotto a mal sopportare l’annessione all’Impero). La Polonia anche può essere esclusa, data la sua storia di spartizioni (ma Cracovia rimane una città profondamente mitteleuropea). Ma Slovacchia, Ungheria e Slovenia ci devono essere. E la Germania, ovviamente, resta fuori.
E, in effetti, quell’impero di segni visibili ancora oggi ne ha lasciati. Gulasch e Knödl. Un certo modo di fare letteratura. Il calcio danubiano. Un certo tipo di musica folkloristica. L’architettura. I municipi di Vienna, Liberec e Trieste sono uguali. E se mostrate una foto di piazza san Giacomo a un ceco, chiedendogli dove sia, molto probabilmente dirà il nome di qualche città ceca come Třebíč o České Budějovice. Mai gli passerà per la testa che si trova a Udine.
Sì, il termine Europa centrale ha un senso. Ma ci vorrà tempo prima che il concetto di Europa centrale come la intendono i cechi diventi una realtà reale. E arrivati fin lì, ce ne vorrà ancora moltissimo prima che gli occidentali lo capiscano.
(1) A voler essere pignoli ai termini cechi “Europa Centrale” ed “Europa Orientale” in italiano corrispondono “Europa dell’Est” ed “Ex repubbliche sovietiche”.
(2) Di solito la stampa ceca quando vuol parlare di Germania in senso negativo scrive “Unione Europea”.
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