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Quote migratorie: questione di superficialità

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La scorsa settimana il ministro dell’Interno Jan Hamáček ci ha offerto la possibilità di parlare di quote migratorie nel momento esatto in cui sono state eliminate.

Proprio così. Non è chiaro perché ma Hamáček ha ribadito che Praga non vuole migranti assegnati dall’alto mentre commentava la nuova proposta europea sulla migrazione, che di fatto elimina la redistribuzione obbligatoria come intesa finora. Del patto non parleremo qui (ma potete leggerne su Euronews), basta dire che il premier Andrej Babiš ha detto di non essere del tutto d’accordo con il contenuto, ma ha notato positivamente che non si parla di quote migratorie.

Sul nostro gruppo si è poi scatenata una feroce diatriba che anzitutto ha messo in evidenza la superficialità con cui il problema è trattato, tanto in Italia quanto qui. E questo è il risultato della superficialità con cui i media affrontano il tema. Tanto i nostri quanto quelli cechi. E che di fatto ha messo in evidenza ancora una volta come l’UE sia divisa in blocco est e blocco ovest.  Con buona pace dei cechi che dicono di essere Europa centrale ma confinano con uno Stato che ha l’Est perfino nel nome.

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Superficialità “est” – di natura prettamente populista

All’inizio di tutto (2015) la reazione fu “che ce li prendiamo a fare, visto che questi vogliono andare in Germania e in Svezia e non hanno la minima intenzione di stare qui? E se ci prendiamo questi, ne arriveranno altri”. Ma in effetti, voi rischiereste la morte in Libia e Mediterraneo per andare a spandere letame a Satu Mare?

Questo punto fu poi unito al discorso “noi non ci facciamo dare ordini dall’alto” (che è un elemento di diffidenza lasciato dalla dominazione sovietica, quindi un bel po’ di generazioni sulla base delle politiche migratorie vedono in Bruxelles una nuova Mosca).

Successivamente si è fatta della retorica pessima per cui l’UE è fonte di ogni male. Questo (ma proprio contro ogni aspettativa) ha portato in parlamento dei partiti nazional-populisti che dall’UE vogliono uscire. E lì hanno un po’ capito di aver fatto una puttanata. In particolar modo gli slovacchi.

In questa situazione, dunque, i governi non possono permettersi di fare dietro-front sulle quote migratorie, il tema è ancora troppo sentito. Sarebbe un suicidio che consegnerebbe il paese a populisti o estrema destra (in Polonia è successo). Come dissi una volta “in questa situazione manco Gandhi darebbe l’ok alle quote”. Figuriamoci Babiš o Hamáček.

Superficialità “ovest” – a nessuno interessa cosa succede qui

Che è un po’ quello che io chiamo “la questione della Zuzzana” dal modo in cui Mentana una volta storpiò il nome del capo di Stato slovacco. Manco preoccuparsi di controllare come si pronuncia un nome, figuriamoci il resto.

La stampa occidentale ha sempre trattato il V4 come una sorta di amabili cagacazzo entrati per sbaglio nel grande e glorioso progetto europeo. Certo, vorrei vedere cosa scriverebbero ora con V4 & co fuori dall’UE e nella sfera d’influenza di una Russia o di una Cina (per dirne una).

Sicché sulle quote migratorie è partito un dibattito in stile “se non sono solidali gli vanno tagliati i fondi europei“. Il punto è che la solidarietà umanitaria con gli altri 26 non è un requisito necessario a ricevere soldi da Bruxelles perché con quei soldi uno Stato non deve aiutare gli altri. Lo è invece avere un bilancio pubblico equilibrato (perché i soldi devi dimostrare di non buttarli via), cosa che in Italia viene trattata pochino e presentando l’UE come prepotente. Esattamente quello che fa la Repubblica Ceca sulle quote.

Questo elemento della solidarietà comunque evidenzia come gli Stati membri siano tristemente concordi nell’accettare il principio “se il problema è mio gli altri devono aiutarmi, se è di qualcun altro a me che mi frega”. Vedi il caso opposto a quello migratorio, ovvero il fatto che le multinazionali ad est offrono prodotti di qualità minore rispetto che ad ovest. Non è che se ne parli molto “di là” e probabilmente pare di poco conto; ma significa che mangiando roba della Nestlé ceca dovremmo campare un po’ meno.

Tornando ai migranti, a ovest ČR & co sono stati presentati come dei bastian contrari anche se non è esatto. È vero che si sono sempre ostinatamente opposti alle quote migratorie, ma hanno anche provato a dare soluzioni alternative.

I paesi V4 tramite accordi a due (cioè senza la mediazione dell’UE) hanno dato parecchi finanziamenti all’Italia per aiutarla a gestire la migrazione. Hanno mandato le proprie forze dell’ordine ad aiutare la guardia costiera italiana. Si sono spesi per stabilizzare la Libia. Hanno fatto accordi con paesi africani che dovrebbero produrre un miglioramento della loro situazione economica e quindi ridurre il numero di morti di fame che vengono in Europa (e il paese che si è sbattuto di più, a sorpresa, dovrebbe essere l’Ungheria). Sono un po’ tutte cose che la Francia (per dire) non ha fatto e che sono contenute nel nuovo patto sulla migrazione, tra l’altro.

Ma di queste cose in Italia si è sempre parlato poco. Non posso nemmeno dire “non cielo dicono”, perché in effetti sul tema io stesso ho scritto parecchi articoli per Agenzia Nova.

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Tiziano Marasco
Tiziano Marascohttps://www.tizianomarasco.com
Il Vojvoda | Friulano di nascita, parla 9 lingue e scrive in 4 alfabeti. Ha studiato metallistica all'università di Hedlund e seguito le lezioni del professor Krull. Alimenta la fiamma di Trockij, si è stabilito a Praga nel 2011. All'epoca stava fuggedo dalla Russia, dove aveva tentato di sabotare la rielezione di Putin. Riparato a Vienna ha provato a convincere gli austriaci a riprendere le loro terre, stabilendo però il parlamento al Karlmarxhof. Fallito anche questo tentativo, si è stabilito a Praga dove lo aveva invitato il suo amico Egon Bondy. Potete trovarlo a Žižkov travestito da Major Zeman. Per italia praga one way fa il favellatore di lingua ceca e riceve mezzo chilo di halušky al mese (con la bryndza e la slanina, mica quelli coi crauti).
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