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Ceco in pillole #17: palatalizzazione, perché pták diventa ptáci

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Se masticate un minimo di declinazioni, noterete, come nel caso del titolo, che ogni tanto le lettere nella radice di una parola cambiano a seconda della desinenza. Questa cosa viene detta palatalizzazione1.

Magari palatalizzazione è una parola che mette paura, ma in realtà è un fenomeno comune a moltissime lingue “euro” della famiglia indoeuropea. In sostanza di norma si tratta di una consonante che si smolla perché dietro ci sta (di solito) una “i” o una “e”.

In sostanza, la palatalizzazione è quel fenomeno per cui amico (amiko) al plurale diventa amici (amiči) e per lo stesso motivo io esco (esko) ma voi uscite (ušite). Oppure, in latino, per esempio, pesce si scriveva piscis ma si pronunciava piskis. Questa cosa vale anche per fysk/fisch/fish nelle lingue germaniche, una volta si diceva fisk.

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Già che siamo alle lingue germaniche, nella lingua più bella del mondo, bosco si scrive skog e si pronuncia skug. Al contrario, fonte si scrive källa e si pronuncia šella2, cielo si dice sky e si pronuncia ši. Ma non è sempre stato così.

Ad esempio, gli antenati dei favellatori della lingua più bella del mondo, nel far visita agli inglesi, oltre a compiere varie azioni meritorie (come quella su un’isoletta presso Newcastle nel 793 d.C.), gli lasciarono anche la parola sky. La palatalizzazione però ancora non c’era stata e gli inglesi si tennero il suono della kappa. Un suono che c’è ancora, visto che gli inglesi il cielo ancora lo chiamano sky.

Questa cosa vale anche per Caesar in latino. All’inizio si diceva Kaesar e ora si dice Cesar. Prima che la pronuncia cambiasse, i tedeschi e gli austriaci se si son presi la parola nella loro lingua. E ancora oggi dicono Kaiser.

Lo so non c’entra niente, ma volevo aiutarvi a capire che si tratta di un processo normale. Talmente normale che ha interessato tutte le lingue slave. Come vedremo in seguito, le palatalizzazioni sono state in tre ondate. Dopodiché molte lingue slave hanno perso gran parte di queste palatalizzazioni (quelle della terza ondata praticamente tutte o comunque non è possibile notarle: moře è sempre moře). Per quanto riguarda le prime due ondate, invece, il polacco le ha mantenute tutte. Tolto il polacco, potete tirare a indovinare quale sia la lingua che ne ha conservate di più.

Palatalizzazione declinatoria e derivativa

In ceco le palatalizzazioni sono di due tipi. La prima è quando la desinenza di una parola è ě (tipica di locativo, dativo e vocativo singolare) oppure i (solitamente per nominativo, locativo e vocativo dei maschili animati plurali).

Per le regole di scrittura del ceco, dunque, le palatalizzazioni sono queste:

  • k -> c (appunto pták->ptáci e ptácích)
  • ch -> š (Čech-> Češi e Češích)
  • g/h -> z (noha->noze oppure Olga->Olze)
  • r -> ř (Petr->Petře o bratr-> bratři e bratřích)
  • m -> mě (krčma->krčmě)
  • e le solite d/t/n che diventano ď/ť/ň (voda->vodě, město->městě,
    kavárna->kavárně3)

Vi sono poi palatalizzazioni che riguardano una parola e un suo derivato. Queste ci sono in tutte le lingue slave. Esse sono:

  • k -> č (ruka->ruční, manuale, o ancora pták->ptáček)
  • g/h -> ž (il bůh->božsky di cui l’altra volta, sluha->sloužit)
  • ch -> š (sluch->slyšet, udito/sentire)
  • m -> mě (mít->měl, anche se questa più che una derivazione è un’apofonia)
  • r -> ř (ad esempio starý -> stařík)

Non credo si possa aggiungere granché. Alla prossima!

Note

1 Riallacciandoci a Wikipedia: In fonetica, si dice palatalizzazione il fenomeno per cui le consonanti velari si trasformano nelle corrispondenti consonanti palatali, cioè in cui il punto di articolazione di un suono si sposta più avanti sul palato rispetto al suono d’origine, o viceversa quello in cui le consonanti alveolari, bilabiali e nasali si trasformano in palatali.

2 Nella lingua più bella del mondo, come in tedesco, la “ä” si pronuncia “e”.

Tenete conto che secoli fa si scriveva voďe, mesťe, kavárňe, poi si decise di spostare lo háček sulla “e”.

Qua potete trovare tutti i numeri della nostra rubrica ceco in pillole

Qui trovate invece il volume che dà una panoramica della lingua ceca

Ceco in pillole vol. #0: la lingua ceca, basi e domande


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Tiziano Marasco
Tiziano Marascohttps://www.tizianomarasco.com
Il Vojvoda | Friulano di nascita, parla 9 lingue e scrive in 4 alfabeti. Ha studiato metallistica all'università di Hedlund e seguito le lezioni del professor Krull. Alimenta la fiamma di Trockij, si è stabilito a Praga nel 2011. All'epoca stava fuggedo dalla Russia, dove aveva tentato di sabotare la rielezione di Putin. Riparato a Vienna ha provato a convincere gli austriaci a riprendere le loro terre, stabilendo però il parlamento al Karlmarxhof. Fallito anche questo tentativo, si è stabilito a Praga dove lo aveva invitato il suo amico Egon Bondy. Potete trovarlo a Žižkov travestito da Major Zeman. Per italia praga one way fa il favellatore di lingua ceca e riceve mezzo chilo di halušky al mese (con la bryndza e la slanina, mica quelli coi crauti).
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